
Segreteria del Santuario
«Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù» – Santa Giacinta Marto e un messaggio per il nostro tempo.
Una profezia semplice, pronunciata da una bambina morente, risuona oggi con una forza sorprendente.
-Una frase che inquieta e fa riflettere
Nel 1920, pochi mesi prima della sua morte, Santa Giacinta Marto, la più giovane dei tre veggenti di Fatima, si trovava ricoverata in un ospedale di Lisbona. Malata, sola, ma unita a Dio con straordinaria intensità, consegnò parole che ancora oggi colpiscono il cuore di chi le ascolta: «Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù».
Parole semplici, dirette. Ma dietro questa frase si nasconde un messaggio profondo, profetico. Non è solo una critica al modo di vestirsi. È un richiamo a non lasciarsi sedurre da tutto ciò che il mondo propone, se questo allontana il cuore da Dio.
-Un messaggio profetico, non moralista
Spesso quando sentiamo parlare di “mode” pensiamo a vestiti, look, apparenze. Ma Santa Giacinta parlava con lo sguardo di chi vede con gli occhi della fede. Per lei, le “mode” erano segni di un tempo in cui: si perde il senso del pudore e della dignità del corpo;si svuota l’anima di verità;si normalizza ciò che offende Dio, nel modo di vivere, parlare, relazionarsi. Non si tratta solo di estetica. Ma di modelli culturali che prendono il posto del Vangelo, e fanno sembrare “normale” ciò che invece allontana dalla santità.
- Offendere Gesù: cosa significa?
Santa Giacinta soffriva nel vedere come Gesù fosse “offeso” non solo da peccati gravi, ma anche da comportamenti quotidiani che non rispettano la purezza, la modestia, la verità. Offendere Gesù significa dimenticare che il corpo è tempio dello Spirito Santo e che il cristiano è chiamato a rispecchiare la bellezza vera: quella interiore. Ogni stile che banalizza il corpo, volgarizza la bellezza, spinge alla sensualità precoce, nega la differenza tra bene e male, è un attentato alla persona umana creata a immagine di Dio.
Offendere Gesù significa offendere l’uomo: il corpo e l’anima che Egli ha redento con il Suo Sangue.
- Un messaggio attualissimo
Quello che Giacinta vedeva in spirito – più di 100 anni fa – è oggi sotto i nostri occhi: culture che spingono all’esibizionismo,stili di vita che esaltano il piacere senza limiti,giovani (e adulti) che misurano il proprio valore in base ai “like”.
Santa Giacinta non giudica: soffre, prega, ripara. La sua voce è ancora viva, oggi, ci invita a guardare oltre la superficie, a custodire il cuore, a scegliere la vera bellezza: quella che non passa, quella che non offende, quella che fa gioire Gesù.Santa Giacinta ci parla, ma con amore. Come una sorellina che ci sussurra: “Non dimenticare Gesù. Non lasciarti rubare il cuore”.
Giacinta, piccola e silenziosa, ci ricorda che non tutto ciò che è di moda è buono, e che il cristiano è chiamato a discernere ciò che glorifica Dio da ciò che lo offende.
- La vera bellezza non passa di moda
La risposta cristiana non è il moralismo, ma la riscoperta della bellezza interiore. Essere sobri, puri, rispettosi del proprio corpo e di quello altrui non è tristezza, ma libertà.
Come diceva anche Suor Lucia: «La moda deve rispettare Dio». E San Paolo aggiunge: «Non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando la vostra mente» (Rm 12,2).
- Concludendo: un invito alla vigilanza
Il messaggio di Santa Giacinta è più che mai attuale. È un invito alla vigilanza spirituale, alla fedeltà, alla scelta coraggiosa della purezza e della verità in mezzo a un mondo che spesso deride questi valori. È una chiamata a vivere non secondo le mode, ma secondo il Vangelo. Perché ciò che oggi è “trendy”, domani sarà dimenticato.
Ma la santità… non passa mai di moda.
Santa Giacinta, piccola messaggera di luce, che hai offerto con amore le tue sofferenze per il mondo,
intercedi per noi davanti al Cuore Immacolato di Maria.Tu che hai pianto per le guerre e le ingiustizie,
ottienici il dono della pace nei cuori, nelle famiglie, tra le nazioni.Aiutaci a vivere con semplicità e fede, a recitare il Rosario con amore e fervore,
affinché, come te, possiamo portare consolazione là dove regnano il dolore e la divisione.Santa Giacinta, giovane custode della speranza, sostieni il mondo nel suo pellegrinaggio verso la luce. Amen.
DOMENICA 6 LUGLIO PRIMA DOMENICA DEL MESE.
ORE 16.00 ADORAZIONE EUCARISTICA
ORE 16,45 PROCESSIONE MARIANA
SEGUE SANTA MESSA.
PREGHIAMO PER LA PACE!
Luogo: Cova da Iria
Data: 13 luglio 1917
Persone presenti: tra 4000 e 5000 o tra 2000 e 3000
«- Cosa vuole da me? - domandai.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei vi potrà aiutare.
- Vorrei chiederLe di dirci Chi è; di fare un miracolo perché credano tutti che Lei ci appare.
- Continuate a venir qui tutti i mesi. A ottobre dirò Chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere.
[- Ho qui una richiesta; se Lei converte una donna di Pedrogão e una di Fatima e se fa star meglio un bambino della Moita.
Disse che le avrebbe convertite e che il bambino sarebbe migliorato entro un anno].
- Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: “O Gesù, è per amor Vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.
Dicendo queste ultime parole, aprì di nuovo le mani, come nei due mesi precedenti.
Sembrò che il riflesso penetrasse la terra e vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero brace trasparenti e nere, o bronzee, in forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportate dalle fiamme che uscivano da loro stesse, insieme a nuvole di fumo che cadevano da ogni parte, uguali al cadere delle scintille nei grandi (incendi), senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremar di paura. (Dev’essere stato dinanzi a questa visione che lasciai scappare quell’«ai!», che dicono di avermi sentito dire). I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi. Spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza:
– Avete visto l’Inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede.
{Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”. E vedemmo in una luce immensa che è Dio qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti un Vescovo vestito di Bianco; abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio}.
Questo non ditelo a nessuno. A Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario, dopo ogni mistero dite: “O Gesù mio! Perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle che ne hanno più bisogno”.
Seguì un momento di silenzio, poi domandai:
– Non vuol più niente da me?
– No. Per oggi non voglio più niente da te.»
Memorie di Suor Lucia, pp. 172-174 (IV Memoria); la sezione entro le parentesi quadre fa parte dell’interrogatorio del parroco, del 14 luglio1917, in Documentação Crítica de Fátima. I, pp 13-15; la sezione entro le parentesi graffe costituisce la famosa terza parte del segreto di Fatima (Memorie di Suor Lucia, p. 209).
Ore 21,00 Narrativa dell'Apparizione
Segue processione mariana con i flambeaux e Santa Messa
Preghiamo per la pace!
Un Popolo in Festa per lo Spirito Santo: il Rinnovamento dello Sri Lanka al Santuario.
È ormai diventato un appuntamento atteso e sentito quello con il gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo della comunità dello Sri Lanka, che ogni anno in occasione della festa di Pentecoste si raduna presso il nostro santuario. Un incontro di fede, tradizione e preghiera che unisce i cuori di tante persone provenienti da diverse zone d’Italia.
Giungono in pellegrinaggio portando con sé non solo la propria fede, ma anche le ricche tradizioni culturali del loro Paese: abiti colorati, canti gioiosi, strumenti tradizionali e soprattutto uno spirito di comunione e di festa. È impossibile restare indifferenti di fronte a questa esplosione di fede semplice e autentica.
La preghiera comincia nel tardo pomeriggio e si prolunga per tutta la notte: un tempo di lode, intercessione, adorazione e ascolto della Parola di Dio. Si canta e si prega, ma ciò che unisce tutti è l’unico Spirito che anima ogni cuore.
È davvero commovente vedere intere famiglie — bambini, giovani e adulti — pregare insieme, rendere lode con gioia, inginocchiarsi con umiltà, e alzare le mani verso il cielo in un gesto di piena fiducia. In un mondo spesso diviso, questo momento di unità è un segno tangibile di speranza.
Il gruppo del Rinnovamento dello Sri Lanka ci ricorda che la Chiesa è davvero universale, viva e variegata, e che lo Spirito Santo soffia dove vuole, rinnovando ogni cosa con la Sua presenza. A noi, l’invito ad accoglierlo con cuore aperto, e a lasciarci trasformare dal Suo amore.
25 anni fa, esattamente il 18 giugno 2000, ho detto il mio “Eccomi” alla chiamata del Signore, tra le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima.
Sono sr M. Francesca Palermo, di Trapani, ed oggi, con grande gioia e la consapevolezza che il Signore mi vuole tutta per sé, rinnovo il mio “Sì” alla sequela di Cristo Redentore, e al servizio della chiesa, per la salvezza eterna di tutti i miei fratelli e sorelle.
Durante la celebrazione eucaristica celebrata nella cattedrale di Trapani, alla presenza di tutta la comunità religiosa e parrocchiale, ho fatto memoria, di tutto l’amore di predilezione che Dio Padre, in Cristo suo Figlio ha riversato nel mio cuore. Il Padre mi ha chiamata e consacrata nello Spirito, perché io offrissi la mia vita alla persona e alla missione redentrice di Gesù suo Figlio, sull’esempio di Maria Santissima, Madre e Socia del Redentore. In questi anni, il Signore mi ha guardato con amore di Padre e di Sposo, mi ha riempito di sé, ed io ho conosciuto e creduto a questo infinito amore per me.
Nella mia immaginetta di venticinque anni fa, ho riportato la frase di Giovanni 15,9: “Rimanete nel mio amore”, perché riconoscevo che questo sarebbe stato il desiderio di tutta la mia vita: rimanere in questo amore, affinché Dio fosse la mia forza, il mio rifugio e la mia salvezza. “Rimanere” sì, ma anche “ritornare”, anche “ricominciare” perché, si sa, in questo cammino sponsale la debolezza non è mancata. Tra le tante esperienze, incontri, possibilità di bene, apostolato in ben quattro comunità, c’è stata anche la fatica, la distrazione, le preoccupazioni, le paure, le incomprensioni ma, in tutto questo, la mia fragilità non ha bloccato l’infinita misericordia del Signore che, fedele alla sua chiamata, mi ha sempre “recuperata” e mi ha “risollevata su ali d’aquila” come cita il salmo 91.
La fedeltà di Dio ha sostenuto e sostiene sempre la mia fedeltà. E allora guardo al passato per dire grazie a Dio, il cui amore che si è reso presente, attraverso situazioni ma soprattutto attraverso persone e amici, la Madre Generale e le consorelle, presbiteri e laici. Tanti hanno contribuito e sostenuto la mia vocazione, umanamente e spiritualmente; e tutti li porto nel cuore e nella preghiera. Nello stesso tempo vivo il presente con passione, continuando a dire il “SI” con la Grazia di Dio, a quanto il Signore mi chiederà, e guardo al futuro con tanta speranza, in un mondo sempre più individualista e consumistico, dove desidero, essere segno e testimonianza dell’amore e della gratuità di Dio, con gioia e sempre alla luce del Vangelo.
Trapani 21 giugno 2025
Siamo un piccolo tassello di un mosaico più grande, la Congregazione degli Oblati di Maria Vergine, una famiglia religiosa di diritto pontificio nata a Torino nel 1816 dall’ispirazione di P. Pio Bruno Lanteri, (1759-1830). Mossi da una profonda spiritualità, P. Lanteri e i primi fratelli congregati hanno intrapreso un cammino per contribuire all’edificazione del Regno di Dio nel loro tempo storico.
Impregnato da una fede profonda in Dio e una grande devozione filiale verso Maria Santissima, P. Lanteri ha capito che Dio lo chiamava a creare un’unione di sacerdoti e fratelli con ampi scopi al servizio della Chiesa. Non senza difficoltà, egli è riuscito a fondare una Congregazione approvata dalla Chiesa con caratteristiche (carismi) che lui e i suoi compagni ritenevano importantissimi per la Chiesa stessa. L’approvazione Apostolica nel 1826 ne è stata la confermazione.
Il nostro carisma si centra nell’annuncio della Parola di Dio attraverso la predicazione, l’amministrazione dei Sacramenti e offrire gli esercizi spirituali secondo la tradizione lanteriana, sia in privato che in gruppi o anche sotto forma di missioni popolari. Inoltre, gli Oblati si dedicano specialmente all’accompagnamento spirituale e al sacramento della confessione, promuovono la diffusione della buona stampa, che oggi si estende anche nel mondo digitale. Collaborano con il clero locale nelle diverse diocesi in cui si trovano e aiutano le persone a fare esperienza della bontà, del perdono e della misericordia di Dio, sotto la materna protezione di Maria, che P. Lanteri stesso ha chiamato Madre e Fondatrice della nostra famiglia religiosa.
La nostra umile presenza nel mondo cerca di contribuire all’edificazione del Regno anche attraverso l’apostolato missionario. Ci impegniamo a essere fedeli al magistero della Chiesa, attenti ai segni dei tempi e alle ispirazioni dello Spirito Santo. Attraverso queste pagine, desideriamo condividere con voi il nostro carisma, le nostre attività e il nostro impegno nel servizio alla Chiesa e alla comunità. Troverete informazioni sulla nostra storia, sulle nostre opere, sulla nostra spiritualità e su come potete unirvi a noi nel cammino di fede.
Siamo consapevoli che questo sito da solo non basta per trasmettere completamente l’essenza della nostra missione, ma speriamo che possa essere un punto di incontro virtuale in cui poter condividere le nostre esperienze e rispondere alle vostre domande. Vi invitiamo a esplorare il sito, a contattarci se desiderate ulteriori informazioni e a unirvi a noi nel nostro cammino di fede. Insieme, possiamo edificare la Chiesa nel mondo di oggi, seguendo le orme del nostro fondatore, P. Pio Bruno Lanteri, e sotto la materna protezione di Maria Vergine. Un ringraziamento particolare a P. Nicola che ha curato e sta curando la progettazione del sito ed il reperimento del materiale da inserire. (Sito internet della provincia degli omv. Roberto Jokanovic rettore Provinciale)
Il fondatore. Il Venerabile padre Pio Bruno Lanteri
Il Venerabile P. Pio Bruno Lanteri nacque il 12 maggio 1759 a Cuneo in una famiglia di buona tradizione cristiana. Aveva solo quattro anni quando perse la mamma. Affidato dal padre a Maria Ss.ma, egli maturerà progressivamente una forte devozione ed amore verso di Lei. Amante della solitudine e del silenzio a diciassette anni decise di entrare nella Certosa di Pesio, vicino Cuneo; il padre molto a malincuore accolse la sua richiesta. Avrebbe preferito per lui studi di matematica o di qualche altra scienza in cui riteneva il figlio fosse particolarmente portato. Il giovane Bruno fu accompagnato dal padre alla Certosa ma capì presto che la vita certosina non era la sua vocazione e che sarebbe diventato prete diocesano. Durante gli studi a Torino egli incontrò il sacerdote svizzero Nicholas Von Diessbach. Sotto la sua guida sviluppò un grande amore per il Papa e comprese il valore dell’insegnamento della Chiesa. Conobbe altresì le opere e la spiritualità dell’allora beato Alfonso Maria de’ Liguori, di cui il Von Diessbach era un grande estimatore e divulgatore. Nel 1781, all’età di ventidue anni, fu ordinato diacono e, l’anno successivo, sacerdote nella cappella dell’Immacolata Concezione di Maria a Torino.
Nei trenta anni seguenti Lanteri svolse il suo intenso ministero in Piemonte ed altre zone d’Europa, Francia in particolare. Tali anni costituirono un lungo periodo turbolento, sia nella società che nella Chiesa. Lo spirito della rivoluzione francese nella sua componente fortemente anticristiana era in continua espansione. Fra quanti continuavano a mantenere la pratica religiosa, l’eresia giansenista voleva attenuare la verità dell’amore incondizionato di Dio per l’uomo, mentre altre ideologie minavano l’autorità del Papa. Con il Von Diessbach, ex gesuita, Lanteri fece gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio ed imparò a vivere una profonda esperienza della misericordia di Dio. Divenne un ardente testimone di tale misericordia attraverso un intenso e pluriforme apostolato. A sua volta fu guida di Esercizi spirituali, personalizzati in particolare, incoraggiò le missioni parrocchiali, svolse un’intensa attività come direttore spirituale e confessore; si adoperò con forza alla diffusione della stampa cattolica senza trascurare l’assistenza dei bisognosi.
In tali attività fu sempre attento a guidare le persone “alla verità nella carità”, esprimendo una sincera cordialità verso tutti. In questo aveva ben compreso l’insegnamento di San Francesco di Sales, un altro santo di cui conosceva bene scritti e spiritualità e che lo convinsero ad un grande impegno nella valorizzazione e formazione dei laici. Infatti fu centrale nell’apostolato lanteriano la collaborazione di alcuni gruppi composti sia da laici che da laiche, chiamati Amicizie cristiane. Questi gruppi, come altri composti da sacerdoti e chierici chiamati Amicizie Sacerdotali, erano nati dall’ispirazione di P. Von Diessbach. Le Amicizie, soprattutto quelle laicali, furono qualcosa di nuovo per i tempi; ai propri aderenti proponevano una seria vita spirituale, la conoscenza delle realtà del proprio tempo, l’impegno a promuovere la cultura cattolica con la diffusione di libri ed opuscoli. Padre Lanteri fece parte di questi gruppi per tutta la sua vita e ne fu spesse volte il responsabile.
Nel 1814, tre zelanti sacerdoti di Carignano chiesero di incontrarlo. Essi erano molto impegnati nel rivitalizzare la comunità ecclesiale gravemente ferita nel periodo napoleonico. Avendo bisogno di alcuni consigli per il loro ministero si rivolsero al Lanteri che condivise le proprie intuizioni ed esperienze sia spirituali che apostoliche. Essi, non solo accolsero quanto suggerito ma gli chiesero di mettersi alla loro guida. Padre Lanteri accettò ed affidò il gruppo alla Vergine Maria, che sempre chiamò Fondatrice e Maestra. Così gli Oblati di Maria Santissima, come allora si chiamavano, ebbero inizio nel 1816 come congregazione diocesana. Questo piccolo gruppo, a causa di gravi ostacoli, si sciolse presto, ma Lanteri e gli altri continuarono con impegno il loro ministero. Mentre era in ritiro, egli sentì molto forte l’ispirazione a rifondare la Congregazione. Gli Oblati della Vergine Maria ricevettero l’approvazione pontificia da Leone XII l’1 settembre 1826. P. Lanteri moriva quattro anni dopo, il 5 agosto 1830.
La Congregazione
Dopo la morte di P. Lanteri gli Oblati svolsero un’intensa attività di predicazione e pur restando un numero limitato di confratelli fondarono comunità in un esteso spazio territoriale in Italia ma anche fuori della penisola, in base anche alle necessità e richieste della Chiesa universale.
Nello spirito e nel solco tracciato da P. Lanteri vennero fondate istituzioni per la formazione ecclesiastica (Torino e Nizza), ci si aprì alla missione all’estero (Birmania: 1837-1872), e dalla metà del secolo scorso in poi, sono state fondate comunità in Austria, Francia, Argentina, Brasile, Stati uniti. Più recentemente sono sorte promettenti comunità nelle Filippine ed in Nigeria.
Tutto questo superando aspre difficoltà legate a vicende storiche in cui l’Istituto periodicamente si è venuto a trovare e a vicende interne all’Istituto stesso che ne hanno messo a dura prova l’esistenza. Una ritrovata serenità ed una nuova dimensione interculturale fanno ben sperare per il futuro.
"Dallo Sri Lanka al Mondo: Una Vocazione per Servire"
Sono Achinthaya Chamodani Fernando
Da giovane ragazza ero una persona praticante soltanto per soddisfare il desiderio di mia mamma. Quindi, ho frequentato la chiesa e il catechismo, ma non avevo Fede in Dio. Ero come San Tommaso, volevo praticare e sperimentare per fidarmi di ogni cosa.
A un certo punto ho avuto un’esperienza dolorosa in famiglia che non avrei mai pensato di avere. In questo periodo ho avuto la grazia di essere accompagnata da un sacerdote come padre spirituale; con lui potevo partecipare agli incontri spirituali dei giovani. Ho frequentato tutti gli incontri molto volentieri. Passo dopo passo ho avuto la grazia di riconoscere personalmente il mio buon Dio e ho iniziato a pregare da sola e a frequentare la chiesa con tanta Fede. Il mio rapporto intimo con Gesù è diventato completamente diverso rispetto a prima. Un giorno all’incontro dei giovani ci è stato dato il compito di dire il nostro pensiero sul brano del vangelo di Matteo “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (10,8). Quella frase ha trasformato tutti i desideri che avevo pianificato per il mio futuro. “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore” (salmo 26). Lo Spirito Santo, attraverso la Bibbia e tramite Rev. fr. Razika, mi ha illuminato e mi ha aiutato a trovare la risposta al desiderio che germogliava nel mio cuore. Ho riconosciuto che Dio mi chiamava ad essere una suora; ho pensato di donarmi gratuitamente a Dio.
Siccome non avevo una idea chiara sugli istituti religiosi ho iniziato ad informarmi; cercavo e parlavo con le suore e i sacerdoti. Soprattutto ho chiesto la grazia al mio Signore di farmi capire il suo progetto su di me. Sono riuscita a trovare consolazioni e risposte attraverso la Bibbia ad ogni dubbio che mi turbava il cuore. Nella Parola di Dio ho trovato l’immagine per scegliere un Istituto religioso. Era il brano del vangelo di Luca “Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro. Beati voi che ora avete fame perché sarete saziati” (Lc 6: 20 -21). Meditando e riflettendo su questo brano del vangelo ho cominciato a cercare un Istituto che avesse il carisma per i poveri più poveri, perché ero molto attratta dai poveri. Per questo sono rimasta affascinata dalle Suore Missionarie di carità di Madre Teresa. Ho fatto un’esperienza con loro per avere un’idea più chiara, ma non sono riuscita a convincere mia mamma, la quale non mi ha dato il permesso di entrare in questo Istituto. Ero molto addolorata, ma avevo Fede in Dio: ero certa che Lui mi avrebbe dato la luce per realizzare il suo progetto. “Il Signore combatterà per voi e voi ne sarete tranquilli” (Esodo 14: 14).
Nel mese di aprile del 2017 la Provvidenza volle che mia mamma incontrasse sr. Margaret sull’autobus, una suora Oblata di Maria Vergine di Fatima, e ha raccontato il mio desiderio a questa sorella. Sr Margaret ci ha invitate a venirla a visitare nella loro casa di Koralawella. Il 17 Aprile del 2017 mia mamma ed io siamo andate per la prima volta dalle Suore di Oblate di Maria Vergine di Fatima nel loro convento di Koralawella per incontrare sr Margaret. Siccome Sr. Margaret aveva un altro impegno abbiamo parlato con Sr. Sheranee che ci aspettava. Durante questo primo incontro mia mamma ha iniziato a parlare con Sr. Sheranee e le faceva molte domande su di loro per avere informazioni sull’Istituto. Io, non so per quale motivo, sono rimasta muta; intanto osservavo e ascoltavo tutto quello che raccontava Sr. Sheranee ed anche le altre suore presenti, sr Sryiantha e sr Briget. Sr. Sheranee mi ha proposto di iniziare a fare un’esperienza di volontariato e questo invito di frequentare il loro educandato di Moratuwa come insegnante volontaria mi ha interessato tantissimo. Il mese di maggio ho iniziato ad andare dalle suore, senza però nutrire nessuna intenzione di entrare in questo Istituto; avevo soltanto il grande desiderio di fare un’esperienza con i ragazzi dell’educandato. Nell’Ottobre del 2017, dopo aver fatto 6 mesi di esperienza, finalmente ho deciso di entrare in questa Congregazione. “Chi ricerca la giustizia e la bontà troverà vita, giustizia e gloria” (proverbi 21 :21)
Nel 2018 avrei già voluto entrare in convento, ma stavo facendo l’esame di maturità, quindi mia mamma non era contenta di questa decisione. Anche sr Sheranee mi disse che madre Giacinta, Madre Generale delle suore omvf, voleva che io finissi gli esami prima di entrare in convento. Quindi ho terminato gli studi e dopo gli esami, il 12 settembre nel 2019, sono entrata nell’Istituto delle Oblate di Maria Vergine di Fatima.
Posso dire che tutto ciò che è accaduto prima di compiere questo passo mi ha fatto sperimentare molte volte e in diversi modi l’amore del mio buon Dio. “Il Signore cammina egli stesso davanti a te; Egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti d’animo.” (Dt 31:8). La Divina Provvidenza di Dio è stata sempre con me e mi ha fatto capire, passo dopo passo, come deve essere la mia strada. La prima grazia quello che ho ricevuto dal Signore è di poterlo riconoscere attraverso tanta fatica e sofferenza. Come dice st. Teresa di Gesù Bambino: ‘Se non avessi avuto questa famiglia non avrei riconosciuto la chiamata ad essere suora’. Anche io attraverso le esperienze dolorose della mia famiglia ho trovato Gesù.
La seconda grazia è stata che il mio padre spirituale, cugino di Sr. Shereen, mi ha aiutato a trovare la vocazione facendomi conoscere la vita di Maria santissima.
La terza grazia è stato l’incontro improvviso di mia mamma con Sr. Margaret. Noi abitavamo abbastanza vicino al convento, eppure non abbiamo mai visto le suore quando ho iniziato di cercare un Istituto religioso in cui entrare. Tramite Sr. Margaret e mia mamma Dio mi ha fatto vedere la strada.
La quarta grazia era che sr Sheranee, senza sapere il mio desiderio, mi ha invitato a frequentare l’educandato per fare l’esperienza con i ragazzi poveri.
La quinta grazia era la conoscenza di Maria santissima che mi ha fatto crescere nella Fede, Speranza e Carità nel corso di questi sei mesi. Infatti, senza saperlo ho iniziato a frequentare le suore nel mese di maggio e a ottobre ho deciso di entrare in questa Congregazione: sono proprio i sei mesi delle apparizioni della Vergine a Fatima
La sesta grazia era la semplicità e docilità delle suore. Sono stata affascinata per lo stile della loro vita molto familiare, il loro modo di parlare con le persone comuni, mettendosi al loro fianco, senza sentirsi superiori, atteggiamento molto inconsueto per le nostre abitudini. Il mio buon Dio e Maria Santissima sono stati sempre con me per guidarmi durante questo periodo di discernimento.
Il 12 Settembre nel 2019 il Signore con l’intercessione di Maria Santissima mi ha dato la grazia di entrare nell’istituto delle Oblate di Maria Vergine di Fatima.
I primi tempi in convento ho dovuto abituarmi alle persone nuove, alle abitudini nuove, ma attraverso tutti questi cambiamenti sono riuscita ad avvicinarmi a Gesù e Maria Santissima ancora di più, offrendo tutto per la conversione dei poveri peccatori. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22 ,37) questo invito l’ho potuto accogliere di più dopo che sono entrata dalle suore Oblate. Camminando nella via di Gesù ho capito che si può vincere tutto con l’amore di Dio, come Lui che ha offerto la sua vita sulla croce e come Maria Santissima che, avendo nel suo cuore tanta povertà, ha donato tutta la vita a Dio. Anche noi dobbiamo donare la nostra vita gratuitamente al Signore così come l’abbiamo ricevuta gratuitamente da Lui. “Io sono la vite voi siete i tralci, chi rimane in me e io in Lui porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5). Ho imparato vivendo con le suore come devo essere semplice, umile e amare senza calcoli. La vita comunitaria per me è stata come una nuova esperienza di crescita. Vivendo la comunione fraterna potevo godere pienamente la gioia della resurrezione di Gesù. Ho avuto la grazia di imparare e superare sia tante cose pratiche che spirituali. Dunque la mia vita quotidiana e diventata una preghiera sempre a Dio. “Dove c’è carità e amore qui c’è Dio.”
La missione che le suore svolgono in Sri Lanka è un punto di riferimento a tutti coloro che si trovano in difficoltà a livello materiale, spirituale e morale. L’educandato è un posto che mi ha attratto sempre di più. Per i nostri ragazzi l’educandato è un piccolo paradiso. Loro imparano il valore della vita venendo dalle suore. Durante la pandemia, sia per noi che per i ragazzi, è stato difficile perché non potevano andare all’educandato, luogo molto importante per tutti loro. Ma il nostro buon Dio, attraverso la generosità di tanti benefattori, ci ha donato tanti doni per affrontare positivamente questo periodo di fatica.
Così ho continuato 2 anni e 6 mesi la mia formazione in Sri Lanka come aspirante a Moratuwa.
Il 21 Marzo del 2022 sono arrivata in Italia. È stata una esperienza nuova nella mia vita. Ma tutti questi rinnovamenti mi hanno fatto fare l’esperimentare dell’amore del Signore e specialmente l’intercessione di Maria Santissima. “Celebrate il Signore perché egli è buono, perché la sua onta dura in eterno.” (Salmo 106, 1). L’8 Dicembre del 2022 ho iniziato il mio postulando e il 13 ottobre del 2023 ho iniziato il percorso del noviziato.
Sono affascinata intensamente dal nostro carisma perché ha un’attenzione profondo verso la povertà e carità spirituale; grazie al Signore, sono riuscita a capire che la povertà materiale è una cosa che si po’recuperare in diversi modi; mentre la povertà spirituale, salvare le anime e la conversione dei poveri peccatori, ha soltanto un'unica via: la grazia di incontrare il SIGNORE. Quindi sono molto felice di offrire la mia vita per la salvezza delle anime, come Cristo Redentore e Maria Santissima. “La nostra associazione al mistero redentivo di Cristo si realizza nell’oblazione, pertanto la nostra vita religiosa e vita di amore oblativo. Animate dagli stessi sentimenti di Cristo, collaboriamo all’opera della salvezza, offrendo noi stesse in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio: è questo il nostro culto spirituale” (cf § N: 4)
Grazie Gesù che mi hai chiamato a seguirti attraverso questo Istituto. Io so che Gesù è con me perché mi ha fatto capire, pensare, parlare e amare come farebbe lui. Anche se cado cerco di ricominciare e di andare avanti con il Suo aiuto per testimoniare il suo amore infinito. Come dice San. Francesco di Assisi “predicate sempre il vangelo, se necessario con le parole”. Stando con le suore ho imparato che dobbiamo mettere in pratica il Vangelo nelle nostre azioni e nel nostro modo di fare. Dunque con l’aiuto del Signore e di Maria Santissima vorrei essere una suora oblata nelle mani di Dio.
Ringrazio specialmente Madre Giacinta per tutte le possibilità che mi ha dato e per la sua grande l’attenzione verso di me. Ringrazio tutte le suore dell’Istituto perché mi hanno accolto con gioia e mi hanno dato delle belle testimonianze di vita religiosa, mettendo in pratica la parola di Dio e realizzando l’oblazione come Maria Santissima. “Maria, Madre e socia Redentore, è presenza irrinunciabile nella nostra vita di Oblate di Maria Vergine di Fatima; accogliamo la Vergine Maria come dono che Gesù dalla croce ci ha voluto lasciare, quale testamento d’amore, insieme alla sua vita” (cf § N ; 5 )
Sabato 31 maggio, alle ore 15.30, il Santuario ospiterà la terza edizione della rassegna di canti in onore della Vergine Maria.
Un appuntamento atteso e ormai entrato nel cuore della comunità, che vedrà esibirsi cori e voci unite in un’unica lode alla Madre Celeste. Le melodie sacre si eleveranno in un clima di raccoglimento e devozione, offrendo ai presenti un’esperienza di profonda spiritualità e armonia.
Parteciperanno:
- Angelicus Concentus
- Mirabilis Concentus
- Parrocchia San Vittorino
- Coro del Santuario N.S. di Fatima
- Coro delle Suore OMVF
- Barbara Salles, soprano
- Caterina Novak, mezzosoprano
- Accompagnate dalla pianista Tatiana Chiarini
Un pomeriggio di fede, musica e bellezza, dove ogni nota sarà un omaggio d’amore alla Vergine Maria, nel mese a Lei dedicato.
L’ingresso è libero. Tutti sono invitati a partecipare e lasciarsi toccare dal potere della musica e dalla grazia della preghiera cantata.
13 Maggio.. Una luce squarcia le tenebre
Il 13 maggio non è una semplice data nel calendario. È un grido del Cielo che attraversa i secoli. È una fenditura nella notte dell’uomo, uno squarcio divino che irrompe nelle tenebre della storia con la potenza silenziosa dell’amore di Dio. È in questo giorno, nel 1917, che la Regina del Cielo discese a Fatima, in un angolo umile del mondo, per parlare non ai potenti, ma a tre piccoli pastorelli, scelti per custodire un segreto celeste destinato a scuotere le coscienze.
In un mondo insanguinato dalla guerra e sprofondato nell’orgoglio e nell’indifferenza, una Luce si fece presente. Maria, avvolta di sole, apparsa come segno di misericordia e di avvertimento, portava un messaggio che brucia ancora oggi: convertitevi, pregate, riparate. Le sue parole non erano soltanto inviti, erano lampi. Parlavano dell’urgenza di tornare a Dio, prima che le ombre diventassero troppo fitte per vedere.
Eppure, la Luce ha continuato a brillare. Anche nel 1981, quando il sangue di un Papa bagnò la Piazza San Pietro. Era ancora il 13 maggio. E ancora una volta, la Madre celeste fu presente. Giovanni Paolo II, colpito da colpi mortali, fu misteriosamente risparmiato. Lui stesso disse: “Una mano ha sparato, un’altra ha guidato il proiettile”. Era la mano di Maria.
Questo giorno ci parla con la forza di un fuoco. Il 13 maggio ci scuote, ci chiama, ci costringe a guardare dentro noi stessi: stiamo ascoltando? Stiamo pregando? Stiamo rispondendo all’amore ferito di Dio? Perché la luce continua a squarciare le tenebre, ma le tenebre cercano ancora di soffocarla.
Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di questa Luce. Una luce che non è illusione, ma verità. Non è emozione, ma presenza viva. È Cristo, riflesso nello sguardo di Maria, che ci tende la mano, ci chiama alla conversione, ci attira verso la salvezza. Oggi, ogni 13 maggio è un richiamo alla fede. È la certezza che la luce di Dio, attraverso Maria, continua a brillare anche nelle notti più buie dell’umanità. È la conferma che il Cielo non è lontano, ma cammina accanto a noi, pronto a intervenire con amore e misericordia. Maria, la Madre della Luce, non è venuta per condannare, ma per richiamare l’umanità alla preghiera, alla penitenza, al ritorno a Dio. Le sue parole, semplici e materne, si sono impresse nei cuori come un invito urgente: pregate, soprattutto il Rosario, e non abbiate paura. Il male non avrà l’ultima parola.
In un mondo sempre più segnato da conflitti, incertezze e silenzi, il 13 maggio ci ricorda che la Luce non si lascia sconfiggere facilmente. Basta un segno, un momento, una scintilla per cambiare il corso delle cose. Spesso, è proprio quando le tenebre sembrano più fitte che si intravede l’alba.
Oggi, quella Luce possiamo essere anche noi: nelle nostre scelte, nei nostri gesti, nel nostro impegno quotidiano a cercare il bene, la verità e la giustizia. Affidiamoci alla nostra cara Mamma del Cielo, perché ogni 13 maggio — e ogni giorno — possiamo diventare strumenti di quella Luce che squarcia le tenebre.
Che ogni 13 maggio, dunque, sia un nuovo inizio. Che le tenebre arretrino, che la Luce trionfi! Perché, come ci ha promesso Maria: “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà.”
Catechesi Mariana - Riflessioni Lanteriane sulla vita di Maria - Padre Mauro Oliva omv
Pensieri del Venerabile Padre Lanteri
Maria è la creatura più amata dal Creatore, ma grande è anche l’amore con cui Essa ha corrisposto a Dio: «Maria Vergine era la più santa di tutte le creature, dunque era la più amata dal suo Creatore. Essa fin dal suo concepimento, acceleratole l’uso della ragione, si voltò a Dio con una carità così infiammata, che non fu punto inferiore agli ardori di ogni massimo Serafino del cielo, indi poi sempre crebbe a dismisura tal vampa, che da sé sola più amava Dio, che non l’amavano le creature tutte unite insieme, angeliche e umane» (1). Maria è la donna forte: «Angustie, tentazioni, aridità, abbattimenti, tribolazioni, ingiurie, disgusti, affronti, ingratitudini, croci, contrarietà, e guai io me li aspetto, e anche da persone amate e beneficate, ma non li considererò mai come castighi, né mirerò mai la loro origine negli uomini, ma in Dio; so che nulla può accadere contro la volontà di Dio, so che questa è la strada che ha tenuto Egli stesso qui in terra, e per cui ha condotto i santi suoi più cari amici, anzi la sua stessa Madre per poi cotanto glorificarla in Cielo» (2). E’ la creatura più umile sulla faccia della terra: «... non fu forse la madre vostra Maria Santissima la più umile di tutti? Eppure immune la preservaste da qualunque neo di colpa» (3) Maria – come dicono le litanie lauretane - è colei che ha vinto tutte le eresie (la “Cunctas haereses”): «Regina degli Apostoli: essi, presi singolarmente, hanno predicato il Vangelo in tutte le parti del mondo, tu da sola col tuo potente patrocinio hai distrutto tutte le eresie in tutte la parti del mondo» (4). Maria è causa precipua, dopo Gesù, della nostra salvezza, perché Dio stesso così ha stabilito: «Basti l’accennarvi che sopra di Maria non v’ha più che Dio e sotto di Maria v’è tutto ciò che non è Dio. Basti il dire che può ben Dio creare un mondo più grande, più eccellente di questo, ma non può creare una creatura più grande della Madre di Dio, come si esprimono i Ss. Padri; è dunque chiaro che Maria è da venerarsi in modo affatto particolare dopo Dio, ella… è dopo Dio la sorgente di tutte le grazie e benedizioni, perché è la causa specialissima della nostra Redenzione, perché è nostra Corredentrice, perché dopo Dio è quella che più s’interessa per la nostra salute. Gloriamoci dunque di dire con la Chiesa: Virgo veneranda, ora pro nobis» (5). Ella è nostra Madre: «Dal momento che il Figliuol di Dio si fece nostro fratello primogenito, Maria Vergine divenne Madre di Gesù e Madre nostra, Madre di Gesù per natura, Madre nostra per adozione; e tale si fu questa parentela legale d’affetto, con cui ci adottò per figli e ci tenne per tali, che quasi sono per dire superò la parentela di sangue contratta col suo divin Figlio, mentre non solo si degnò di obbligarsi a farci l’officio di Madre, come se ci fosse Madre naturale, ma giunse di più, ed è che fin dal momento dell’Incarnazione del divin Verbo nelle sue sante viscere si offerse a patire ella per noi ogni cosa ed a soffrire tanti tormenti nella persona del suo divin Figliuolo, e non una, ma più volte…» (6). Negli scritti del Lanteri si nota la predilezione a determinati titoli mariani: Maria assunta in cielo, Maria Mediatrice di tutte le grazie, Maria Madre della celeste Sapienza, ecc. Maria è stata assunta in cielo per diventare la protettrice degli uomini rimasti sulla terra: «Maria Vergine fu assunta in cielo, senza né lasciarci né mandarci niente di sua memoria, è vero: ma se n’andò per ricevere la sua dote che sono i peccatori, acciò l’eterno Padre avesse una persona umana e prediletta da rimirare, per cui si muovesse a compassione delle anime peccatrici» (7). Profondo studioso delle opere di san Bernardo, di san Bonaventura e di san Alfonso, il Lanteri non poteva non mettere in risalto l’efficacia della mediazione di Maria: «… la Chiesa usa presentarla in tutte le Icone degl Altari maggiori perché crede che da essa passano le nostre preghiere. Quibus te laudibus efferam nescio quia quem cæli capere non poterant, tuo gremio contulisti. La sua autorità che può negarle, se ella gli è Madre, anzi talmente l’onora che non si concede quaggiù grazia che non passi per le sue mani, anzi ciò che egli è più veloce esaudirci, se invochiamo ella che non lui, non già perché sia più di lui, ma perché, essendo lui il Signore, il Giudice, discerne il merito di tutti, perciò quando qualche volta non esaudisce, giustamente lo fa, ma quando lo preghiamo a nome di Maria, non più riguarda i meriti del supplicante, ma l’intercessione, i meriti della Madre, e direi, anche i doveri che egli ha come figlio» «Per portare le anime a Dio bisogna farle passare per le mani di Maria, come le grazie di Dio passano per le sue mani benedette».
11 Maggio ore 18,30 Sala Cuore Immacolato - Padre Mauro Oliva omv