Segreteria del Santuario
31 dicembre 2015
31 dicembre 2015 messa di ringraziamento.
Ha presieduto p. Armando Santoro superiore della Comunità. Hanno concelebrato p. Carlo Rossi, rettore del Santuario, p.Silvano Porta economo provinciale e infine P Ivor da poco trasferito a San Vittorino.
LA VERA STORIA DEL PRESEPE
Il termine “Presepe” deriva dal latino praesaepe, cioè greppia o mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini….
«(Maria) diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio». (Lc 2,7)
Questo versetto del Vangelo di Luca ci riporta alla più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria a Roma, dipinta da un ignoto artista del III secolo all'interno di un arcosolio del II secolo. In seguito, intorno al 1400 alcuni grandi maestri della pittura italiana raffigurarono scene della natività, dette anch'esse "presepe", come il Botticelli nell'Adorazione dei Magi a Firenze nella Galleria degli Uffizi; Giotto con la Natività della Cappella degli Scrovegni a Padova; Filippino Lippi con la Natività che si trova al Museo Diocesano di Milano… ed altri ancora tra cui Luca e Andrea Della Robbia che hanno rappresentato scene della Natività, in bassorilievo.
Ma la tradizione pittorica di raffigurare la Natività fu seguita poi dalla rappresentazione tridimensionale, allestita in occasione delle festività natalizie, un’usanza, all'inizio prevalentemente italiana. Infatti, nelle cronache del 1200 si legge che San Francesco D’Assisi inventò a Greccio, vicino a Rieti, il primo presepe.
Egli ritornato dalla Palestina e colpito dalla visita a Betlemme, nel 1223 volle rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese.
Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco descrive così la scena:
«Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme ».(Legenda secunda)
Quella notte di Natale del 1223 molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si avviarono verso la grotta; alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli con i più poveri. Francesco disse di volere celebrare un rito nuovo, più intenso e partecipato; per questo aveva chiesto il permesso al Papa Onorio III. Su un altare improvvisato un sacerdote celebrò la Messa. Francesco, attorniato dai suoi frati, cantò il Vangelo e stando davanti alla mangiatoia, egli aveva il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Allora fu visto «dentro la mangiatoia un bellissimo bambino addormentato che il beato Francesco, stringendo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno. Fra i testimoni del miracolo molti erano personaggi degni di fede e questo contribuì a divulgare la notizia in tutto il Lazio, l'Umbria e in altre regioni dell’Italia centrale. Da quel miracolo molti trassero benefici spirituali e corporali: alcuni si convertirono e diventarono più buoni, altri guarirono da malattie, altri trovarono forza e pace interiore. Tutto il paese sapeva di questi prodigi e teneva memoria di quella notte santa, quando un Bambino era apparso a Francesco, che aveva voluto ricostruire l'ambiente del primo Natale in un bosco dell’Appennino.
Questa è la vera storia del Presepe!
Veglia dell' Immacolata
La vigilia dell Immacolata in santuario il gruppo giovani ha voluto dedicare una serenata a Maria con canti, preghiere e riflessioni. Abbiamo contemplato la Vergine Maria icona di Cristo la piena di grazia e la Benedetta fra tutte le donne. Durante i canti abbiamo onorato l' Immagine di Maria Ss.ma con l' offerta dell' incenso e deposto ai suoi piedi un mazzo di fiori e una lampada accesa. Abbiamo terminato con la preghiera di consacrazione del Monfort mettendoci sotto la speciale protezione di Lei. Alla veglia hanno partecipato pure i seminaristi OMV.L' animazione liturgica è stata curata dalle Suore insieme al gruppo di Donata.
Natale 2015
Migliaia di migranti, quest’anno,
alla grotta di Gesù…
Una folla smarrita venuta dal mare
e da terre lontane…
Sfidando tempeste, sfidando la morte…
Alla ricerca del bene perduto: “La Pace nel cuore, l’Amore”
Un lungo cammino nel freddo mattino.
Non c’è posto per loro! Respinti con forza! Calpestati nel cuore!
Dignità smarrita, ferita che sanguina ancora!
Poveri in tutto, con i loro bambini!
Famiglie smembrate che vagano inermi!
Affrontano muri e filo spinato…
cristiani torturati, stuprati nel mondo
uccisi con odio feroce, violenza che genera guerra!
Dov’è l’accoglienza? Dov’è la pietà?
Tante parole, sgomento, paura, rifiuto…
Oltrepassando tutti i confini della nullità…
Oh mio Gesù!
L’uomo ha smarrito tutto l’Amore immenso,
che gli hai dato Tu!
Angeli buoni:” venite, venite quaggiù” per sconfiggere il male!
Eccoci Madre Santa Maria!
Oggi siam tutti migranti in cerca di Pace,
Misericordia, Perdono!
La Fede smarrita diventi Speranza infinita!
Spalanca le braccia, accoglici Tu…
Siam tutti tuoi figli, vogliamo rinascere ancora…
Un grido accorato nell’aria risuona:
“Perdono, perdono, pietà”!
Maria donaci ancora Tuo Figlio Gesù… Aiutaci Tu…
Riporta la Pace nel cuore,
l’Amore che abbiamo smarrito!
Vieni Gesù! Non piangere più!
Abbiamo bisogno di Te!
Un inno alla vita che nasce!
Natale diventi per tutti:
“Speranza infinita di Pace”…
Marisa Sangiuliano
Pace
Un silenzio assordante nell’aria
Una voce nel cuore improvvisa,
sale nella mente confusa,
smarrimento, paura, chiusura!
No! io dico No!
Voglio ancora cantare alla vita!
Voglio ancora sperare…
Voglio la mia libertà!
Voglio la tua libertà!
Voglio la nostra libertà!
Ancora il sorriso negli occhi pieni di pianto!
Correre insieme felici nella natura smarrita!
Il sole, il vento, la nebbia, l’odore del mare…
La pioggia pulita che bagna , che lava ogni cosa…
Il caldo e il freddo sul viso, ritorni presto il sorriso…
Si! Io dico Si!
Fermiamo la guerra che annienta ogni cosa!
Cerchiamo la Pace nascosta!
Apriamo, spalanchiamo quella porta chiusa!
Le mani si cercano ancora,
s’intrecciano, si scambiano un segno di pace!
Son bianche, son nere, si chiudono insieme,
formando una lunga catena d’Amore…
Pace, pace, pace soltanto la pace diventa preghiera…
Porta il perdono, misericordia infinita!
Porta speranza di ricostruire ancora,
la Gioia e l’Amore di nostro Signore!
Pace, pace, pace Madre Maria !
Siam tutti figli tuoi, aiutaci Tu!
Fermiamo la guerra insieme a Gesù!
Marisa Sangiuliano
AMICIZIA
Guardarsi negli occhi trasparenti con lo stupore e la gioia
di un bambino davanti a un dono non atteso...
Affidarsi con fiducia in difesa della persona amica senza nulla domandare...
Comunicare nel silenzio e nel pensiero al di la delle parole
come un libro aperto di una vita raccontata e di un dono condiviso...
Sapersi segno del Dio amico e vicino per amare tutti,
come Lui, senza attendere risposta...
Cammina insieme su strade anche diverse, senza sentirsi soli:
per seminare sempre fraternità e speranza-
BONDI PIO
FRATERNITA'
Io non vorrei
udire mai
piangere nessuno
perché ogni dolore
mi fa male al cuore
aperto, per consolare
ogni fratello triste.
Io vorrei su tutte
le bocche scorgere il
sorriso,
in tutte le pupille
la sincerità,
la speranza
e in ogni mano
la fraternità
ANTONIO CIANCI
fine settimana dei catechisti
Nei giorni 18,19 e 20 settembre all’interno dei locali messi a disposizione dal santuario di San Vittorino “Nostra Signora di Fatima” si è svolto un week-end formativo organizzato dalla Diocesi di Tivoli il cui titolo era “QUALE ANNUNCIO DÌ FEDE QUALI ANNUNCIATORI. LA PROPOSTA CATECUMENALE”. I relatori, Padre Rinaldo Paganelli e Suor Giancarla Barbon, con modi semplici, diretti e mai noiosi, hanno coinvolto catechisti e collaboratori in un dialogo aperto, operoso e vivo. Con il loro metodo hanno introdotto il tema che è stato il filo conduttore di tutto il week-end; in sostanza come prepararsi per affrontare la richiesta Diocesana di una nuova proposta di catechesi. Un argomento vasto e ricco di molteplici sfaccettature. Attraverso laboratori mirati, i relatori hanno coinvolto i partecipanti in un percorso interessante, dove la capacità d’interazione era la condizione essenziale per “mettersi in cammino”. In un contesto di massima condivisione ognuno ha potuto esprimere idee e suggerimenti sottolineando l’esigenza di intraprendere un cammino verso gli orientamenti e gli itinerari per la formazione dei catechisti, enunciati in un documento dell’UCN del 1991. Si è discusso e sono state fatte proposte concrete, tutti d’accordo sul fatto che il primo passo, il primo cambiamento deve partire da se stessi, partire dal proprio vissuto e arrivare all’altro. Gli argomenti discussi sono stati tanti su alcuni ci si è concentrati di più come per esempio la fede e l’identità del catechista e il valore di chi annuncia. Si è parlato inoltre dell’importanza di mettere al centro la persona come individuo, di uscire dallo schema del catechismo scolastico, di mettersi in movimento ed essere accompagnatori che si confrontano, che hanno una meta e soprattutto che agiscono con responsabilità adoperandosi a creare abiti su misura come sarti artigiani e non come chi produce abiti confezionati (cit.).
Al termine tra saluti, risate e promesse di ritrovarsi, una parola tra le tante dette ha riecheggiato nella mente di tutti: INSIEME perché solo, dove c’è unità di vedute e di obiettivi è possibile un rinnovamento del singolo che si estende nelle Parrocchie, nelle Diocesi e nella chiesa Italiana.
Un saluto
UN SALUTO A PD.VINCENZO
Caro Pd. Vincenzo, aver appreso del tuo trasferimento è stato veramente un duro colpo per tutti a San Vittorino, padri, suore, collaboratori, amici, ed ecco perchè il 5 settembre ci siamo ritrovati, quanti sapevamo e potevamo, per cercare in qualche modo di attutirne l'impatto. Già sapevamo che da subito dopo che ci saremmo salutati ci sarebbe stato impossibile non sentire la tua mancanza, per cui abbiamo partecipato animosamente facendo a gara tra noi per portarci via ancora una volta il tuo sorriso, le tue parole, il tuo abbraccio.
Tanti di noi devono la loro serenità spirituale al tuo apostolato profondo ed intenso. In molti, bisognosi di aiuto, abbiamo potuto chiederti e ricevere la tua squisita disponibilità, sensibilità e dolcezza. I tuoi insegnamenti sulla devozione a Maria sono stati e restano un grande dono per tutti noi. Le tue bellissime omelie hanno sempre toccato i nostri cuori: seguirle non è stato mai difficile, e qualche volta ci dispiaceva persino che finissero.
Chissà quante altre cose ciascuno di noi potrebbe ancora aggiungere. E così ora, proprio come ci hai insegnato tu, è inutile prepararsi le parole da dire, perché c'è sempre Lui che prende la mano, “Lo Spirito Santo”, ed alla fine esse sgorgano a ciascuno spontanee dal profondo del cuore, sconvolgendo tutti i programmi prestabiliti!
Caro Padre, noi possiamo solo starti vicino con le nostre preghiere e chiedere a Nostra Signora di Fatima di proteggerti sempre e di poterti riabbracciare presto. Sappiamo che tu farai altrettanto per noi, e sai che noi sulle tue preghiere ci contiamo molto! Ti abbracciamo tutti forte, anche se siamo tanti... e speriamo di non toglierti il respiro. IL SIGNORE TI BENEDICA
Pina e Vittorio