Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

20 Aprile 2020

PARLA UN BAMBINO

Parla un bambino.

Mamma – chiede il bambino prendendole la mano

Perché papà sta sempre disteso sul divano, così triste,

nervoso, non chiacchera per niente e se mi affaccio

fuori non vedo più la gente?

A scuola non andiamo non so con chi giocare

Ora ti chiedo mamma, mi vuoi un po spiegare?

“Tesoro sulla terra v’è un virus assai letale

porta con lui la morte ed è perciò virale,

non sa come reagire la gente disperata e

l’ansia regna sempre sull’intera giornata.

Se si rimane a casa senza troppi commenti

L’infezione va via, ma sempre a passi lenti.”

“Mamma cos’è il virus? E’ una strana parola

si tratta di una febbre che non si può curare,

i dottori ogni giorno aiutano i malati, lottando

con la morte rimangono infettati  donano con

onore la vita alle persone, non arrivando mai

alla propria  pensione.

Troppi infermieri e medici muoiono per il lavoro

Dovremmo dare ad essi una medaglia d’oro.

Viaggiamo in un tunnel senza la luce in fondo,

la macchina cammina, non v’è barriera intorno.

Forse c’è un bivio avanti, forse una curva ancora,

ma il buio è troppo fitto, lontana è ancora l’aurora.

L’ Italia, bimbo mio, vive un momento nero,

e l’avvenire adesso è avvolto dal mistero.

Dobbiamo andare avanti con fede e coraggio

E forse chissà quando, avremo il primo raggio.

Vorrei narrar le favole, ma questa è storia vera,

vedi, sopra il balcone sventola una bandiera,

questa vuol dire a tutti: dobbiamo andare avanti

chiediamo aiuto al Cielo ed anche a tutti i Santi,

ma noi sappiamo bene che in fondo ad ogni cuore

c’è sempre una speranza: l’aiuto del Signore.”       RITA GOLINO

La Festa della Misericordia è celebrata la prima domenica dopo Pasqua, ovvero la seconda Domenica di Pasqua, attualmente chiamata Domenica della Divina Misericordia. La iscrisse per primo nel calendario liturgico il Cardinale Franciszek Macharski per l’arcidiocesi di Cracovia (1985), e successivamente alcuni vescovi polacchi nelle proprie diocesi. Su richiesta dell’Episcopato polacco, il Santo Padre Giovanni Paolo II, nell’anno 1995, introdusse questa Festa in tutte le diocesi polacche. Nel giorno della canonizzazione di Suor Faustina, il 30 aprile dell’anno 2000, il Papa annunciò questa Festa per tutta la Chiesa.

Ispirazione all’istituzione di questa Festa fu un desiderio di Gesù trasmesso da Suor Faustina. Il Signore Gesù le disse: Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia (D. 299). Desidero che la Festa della Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine (D. 699). In molteplici apparizioni il Signore Gesù definì non solo la collocazione della Festa nel calendario liturgico della Chiesa, ma anche il motivo e lo scopo della sua istituzione, le modalità di preparazione e di celebrazione e le grandi promesse ad essa legate. La più grande è la grazia del “perdono totale delle colpe e delle pene” collegata all’accostarsi, in quel giorno, alla Santa Comunione dopo unabuona confessione (senza alcun legame con il più piccolo peccato), nello spirito del culto della Divina Misericordia ovvero con un atteggiamento di fiducia verso Dio e di amore attivo verso il prossimo. Questa grazia è – come spiega Don prof. Ignacy Różycki – una grazia più grande dell’indulgenza plenaria. Questa consiste nella cancellazione delle pene terrene dovute ai peccati commessi, ma non è mai la remissione delle stesse colpe. La grazia straordinaria è sostanzialmente la più grande delle grazie dei sei sacramenti ad eccezione del Sacramento del Battesimo: in quanto la remissione di tutte le colpe e di tutte le pene è la grazia sacramentale del Santo Battesimo. Per quanto riguarda le promesse citate, Cristo legò la remissione totale delle pene e delle colpe con l’accostarsi alla Santa Comunione ricevuta il giorno della Festa della Misericordia ed l’ha elevata a rango di ”secondo battesimo”. La preparazione a questa Festa consiste nella novena e cioè nella recita, per nove giorni, della Coroncina alla Divina Misericordia iniziando dal Venerdì Santo. La Festa della Mia Misericordia è uscita dalle Mie viscere a conforto del mondo intero (D. 1517) – disse il Signore Gesù a Suor Faustina.

11 Aprile 2020

SABATO SANTO

Da un'antica «Omelia sul Sabato santo».  La discesa agli inferi del Signore

Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.

10 Aprile 2020

VENERDI SANTO

Cari fratelli e sorelle, anche quest’anno abbiamo ripercorso il cammino della croce, la Via Crucis, rievocando con fede le tappe della Passione di Cristo. I nostri occhi hanno rivisto la sofferenza e l’angoscia che il nostro Redentore ha dovuto sopportare nell’ora del grande dolore, che ha segnato il culmine della sua missione terrena. Gesù muore in croce e giace nel sepolcro. La giornata del Venerdì Santo, così impregnata di umana mestizia e di religioso silenzio, si chiude nel silenzio della meditazione e della preghiera. Tornando a casa, anche noi come coloro che assistettero al sacrificio di Gesù, ci “percuotiamo il petto”, ripensando a quanto è accaduto (cf Lc 23, 48). Si può forse restare indifferenti dinanzi alla morte di un Dio? Per noi, per la nostra salvezza si è fatto uomo ed è morto in croce. 

Fratelli e sorelle, i nostri sguardi spesso distratti da dispersivi ed effimeri interessi terreni, oggi volgiamoli verso Cristo; fermiamoci a contemplare la sua Croce. La Croce è sorgente di vita immortale, è scuola di giustizia e di pace, è patrimonio universale di perdono e di misericordia; è prova permanente di un amore oblativo e infinito che ha spinto Dio a farsi uomo vulnerabile come noi sino a morire crocifisso. Le sue braccia inchiodate si aprono per ciascun essere umano e ci invitano ad accostarci a Lui certi che ci accoglie e ci stringe in un abbraccio di infinita tenerezza: “Quando sarò elevato da terra – aveva detto – attirerò tutti a me” (Gv 12, 32). 

Attraverso il cammino doloroso della croce gli uomini di ogni epoca, riconciliati e redenti dal sangue di Cristo, sono diventati amici di Dio, figli del Padre celeste. “Amico!”, così Gesù chiama Giuda e gli rivolge l’ultimo drammatico appello alla conversione; amico chiama ognuno di noi perché è amico vero di tutti. Purtroppo non sempre gli uomini riescono a percepire la profondità di quest’amore sconfinato che Iddio nutre per le sue creature. Per Lui non c’è differenza di razza e cultura. Gesù Cristo è morto per affrancare l’intera umanità dalla ignoranza di Dio, dal cerchio di odio e vendetta, dalla schiavitù del peccato. La Croce ci rende fratelli. 

Ci domandiamo: ma che abbiamo fatto di questo dono? Che abbiamo fatto della rivelazione del volto di Dio in Cristo, della rivelazione dell’amore di Dio che vince l’odio? Tanti, anche nella nostra epoca, non conoscono Dio e non possono trovarlo nel Cristo crocifisso; tanti sono alla ricerca di un amore e di una libertà che escluda Dio; tanti credono di non aver bisogno di Dio. Cari amici, dopo aver vissuto insieme la passione di Gesù, lasciamo questa sera che il suo sacrificio sulla Croce ci interpelli; permettiamo a Lui di porre in crisi le nostre umane certezze; apriamogli il cuore: Gesù è la Verità che ci rende liberi di amare. Non temiamo! Morendo il Signore ha salvato i peccatori, cioè tutti noi. Scrive l’apostolo Pietro: Gesù “portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2, 24). 

Questa è la verità del Venerdì Santo: sulla croce il Redentore ci ha restituito la dignità che ci appartiene, ci ha resi figli adottivi di Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Restiamo dunque in adorazione davanti alla Croce. O Cristo, Re crocifisso, donaci la vera conoscenza di Te, la gioia a cui aneliamo, l’amore che colmi il nostro cuore assetato d’infinito. Così Ti preghiamo questa sera, Gesù, Figlio di Dio, morto per noi in Croce e risorto il terzo giorno. Amen!     BENEDETTO XVI

 

Un breve resoconto nel tempo del CORONA VIRUS 19.

Praticamente l'ultima uscita da casa per noi tutti in apostolato e per la scuola è stata l' 8 di marzo ultimo scorso.  Da allora  : IN CASA !
Per decreto governativo e per la sicurezza.

10 Aprile 2020

Pasqua 2020

Che succede dice l'asino? 

Le strade sono vuote 

Hanno dimenticato che sta arrivando il Messia? 

Calma amico fedele gli risponde il Signore, 

continua per la tua strada non aver timore. 

Quest'anno è diverso è un anno di riflessione

ecco perché tutte le persone mi aspettano in loro cuor. 

Sono dentro le loro case con ulivi e palme 

e mi danno il benvenuto dal fondo delle loro anime. 

Sarà una Settimana Santa di silenzio e preghiera, 

di resa, amore e speranza fino alla mia risurrezione. 

E celebreranno la Pasqua con cuore rinnovato 

dando tutta l'importanza a ciò che è davvero sacro. 

Continua a camminare asinello 

continua la tua missione 

attraverso queste strade vuote 

che ci manca ancora la Passione.  (nipote di padre Roberto Jokanovic)

06 Marzo 2020

VIA CRUCIS

VIA CRUCIS ORE 16,30 SEGUE SANTA MESSA

Le prime tracce a Gerusalemme, alla fine del IV secolo. Come la conosciamo noi risale al Medio Evo inoltrato. San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), san Francesco d'Assisi (1182-1226) e san Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274), prepararono il terreno su cui nacque la pratica di pietà. Le 14 stazioni

Ha radici profonde. E attraversa il tempo. La Via Crucis è un rito che intreccia Parola di Dio, storia e preghiera. Richiama l'ultimo tratto del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: da quando egli e i suoi discepoli, « dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli ulivi » (Mc 14, 26), fino a quando il Signore fu condotto al « luogo del Golgota » (Mc 15, 26), fu crocifisso e sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia di un giardino vicino. 

La Chiesa di Gerusalemme manifestò molto presto la sua attenzione per i «luoghi santi». Reperti archeologici attestano l'esistenza di espressioni di culto cristiano già nel secondo secolo dopo Cristo, nell'area cimiteriale dove era stato scavato il sepolcro di Gesù. Alla fine del IV secolo, la pellegrina Eteria ci dà notizia di tre edifici sacri eretti sulla cima del Golgota. E ci informa della processione che in certi giorni si snodava d due di esse, più precisamente dall'Anastasis al Martyrium. Non si trattava, per la verità, di una Via Crucis o di una Via Dolorosa. Come non lo era quella sorta di cammino attraverso i santuari di Gerusalemme, che si desume dalle varie « cronache di viaggio » dei pellegrini dei secoli V e VI. Ma quella processione, con i suoi canti e il suo stretto legame con i luoghi della passione, è ritenuta da alcuni studiosi una forma embrionale della futura Via Crucis.

La Via Crucis, nella sua forma attuale, con le stesse quattordici stazioni disposte nello stesso ordine, è attestata in Spagna nella prima metà del diciassettesimo secolo, soprattutto in ambienti francescani. Dalla penisola iberica essa passò prima in Sardegna, allora sotto il dominio della corona spagnola, e poi nella penisola italica. Qui incontrò un convinto ed efficace propagatore in San Leonardo da Porto Maurizio (+ 1751), frate minore, instancabile missionario; egli eresse personalmente oltre 572 Via Crucis, delle quali è rimasta famosa quella eretta nel Colosseo, su richiesta di Benedetto XIV, il 27 dicembre 1750, a ricordo di quell'Anno Santo.

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