Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

La sofferenza nel Cristianesimo, riporta la figura di Gesù e il suo modo di averla condivisa, affrontata con una chiara relazione di aiuto, e superata. Colui che soffre in unione con Cristo, non solo attinge forza, ma “completa” con la sua sofferenza “quello che manca ai patimenti di Cristo”. 

 

Ore 16.30 Adorazione Eucaristica guidata da p. Vincenzo Voccia 

Allora il re Davide fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». 2Fu riferito a Ioab: «Ecco, il re piange e fa lutto per Assalonne». 3La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del figlio». 4Il popolo in quel giorno rientrò in città furtivamente, come avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita durante la battaglia. 5Il re si era coperta la faccia e gridava a gran voce: «Figlio mio Assalonne, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». 6Allora Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu fai arrossire oggi il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle tue mogli e alle tue concubine, 7perché ami quelli che ti odiano e odii quelli che ti amano. Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e servi per te non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne fosse vivo e noi quest’oggi fossimo tutti morti, questa sarebbe una cosa giusta ai tuoi occhi. 8Ora dunque àlzati, esci e parla al cuore dei tuoi servi, perché io giuro per il Signore che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; questo sarebbe per te un male peggiore di tutti quelli che ti sono capitati dalla tua giovinezza fino ad oggi». 9Allora il re si alzò e si sedette alla porta; fu dato quest’annuncio a tutto il popolo: «Ecco, il re sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla presenza del re.
Gli Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda. 
10In tutte le tribù d’Israele tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dalla terra a causa di Assalonne. 11Ma Assalonne, che noi avevamo unto re su di noi, è morto in battaglia. Ora perché indugiate a fare tornare il re?». 12Ciò che si diceva in tutto Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr: «Riferite agli anziani di Giuda: “Perché volete essere gli ultimi a far tornare il re alla sua casa? 13Fratelli miei, voi siete mio osso e mia carne e perché dunque sareste gli ultimi a far tornare il re?”. 14Dite ad Amasà: “Non sei forse mio osso e mia carne? Dio mi faccia questo e anche peggio, se tu non diventerai davanti a me capo dell’esercito per sempre al posto di Ioab!”». 15Così piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi servi».

Ore 16,00 Sala del Rosario

Veniamo da parti differenti parliamo lingue differenti, ma tutti conosciamo il sentimento di gioia che ci pervade il cuore quando vediamo il volto sorridente di un bambino.

Il 20 febbraio memoria liturgica dei santi pastorelli di Fatima Francesco e Giacinta Marto, di volti sorridenti qui al Santuario ne abbiamo visti tanti. Volti provenienti dalla Scuola del Sacro Cuore di Tivoli accompagnati dalle suore Oblate Salesiane del Sacro Cuore per celebrare la “Festa dei bambini” sotto lo sguardo dei santi pastorelli Francesco e Giacinta Marto.

Arrivati alle 9,30, nonostante il tempo nuvoloso e piovoso, allegri e sorridenti sono stati accolti dalle suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, che operano qui al Santuario, nella Sala del Cuore Immacolato di Maria. Sala allestita e addobbata proprio per rendere la giornata allegra, spensierata, senza trascurare però la parte formativa e spirituale, ispirandosi alla spiritualità del messaggio di Fatima attraverso i piccoli pastorelli. In altre parole, riflettere sul perché sono stati portati al Santuario.

Dopo una breve presentazione della giornata da parte di sr Giustina omvf si è passati alla visione di un video sulla vita dei pastorelli. I ragazzi sono stati poi divisi; i piccoli sono stati seguiti da sr Marta e sr Maria Rosa dove intrattenuti con canti e giochi adatti alla loro età hanno ballato, cantato e nello stesso tempo sono stati accompagnati nella conoscenza della vita dei pastorelli loro coetanei. I più grandi con sr Giustina e sr Mattea sono stati coinvolti in attività create proprio in base alle loro età, ma con la stessa metodologia; portarli attraverso il gioco alla conoscenza degli eventi di Fatima.

In Santuario, poi, ai piedi della Vergine Maria hanno affidato la loro giovane vita nelle mani di Nostra Signora di Fatima sotto lo sguardo amorevole e compiaciuto dei santi pastorelli. E per finire in allegria nel piazzale di fronte al Bar è stata preparata una bellissima pentolaccia dove ha messo a dura prova la forza, la costanza e la pazienza dei ragazzi e non solo.

E’ stata una giornata di festa, di preghiera, nella speranza di aver seminato in quei giovani cuori il seme dell’amore di Dio che tanto ha trasformato la vita dei piccoli pastorelli Francesco e Giacinta Marto.

I santi pastorelli proteggano i nostri ragazzi e li rendano uomini e donne capaci di rendere questa nostra società più umana e fraterna. Francesco e Giacinta, vissero profondamente l’amore di Dio per l’umanità. E, così, furono eletti profeti dell’amore di Dio e offerti per Lui al mondo come bambini-pastori secondo il suo cuore (Ger 3,15).

Un grazie sentito alle suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore per la loro disponibilità. Alle suore Oblate di Maria Vergine di Fatima per il lavoro e l’organizzazione della giornata, affinchè i ragazzi potessero passare questa esperienza diversa ma gioiosa. Nello stesso tempo giornata di riflessione e preghiera su cosa significa vivere sotto lo sguardo compiaciuto di Dio. D’altronde che cosa è la santità se non il vivere sotto lo sguardo compiaciuto di Dio?

Il senso di questo evento non è stato altro che offrire ai ragazzi della stessa età dei modelli sani da imitare, oltre a richiamare alla verità che tutti, piccoli compresi, siamo chiamati alla santità. Con semplicità di cuore seguiamo il loro esempio e arriveremo alla meta, il Paradiso, in compagnie di molte anime!

20 febbraio 5

 

 

     festa dei pastorelli 20 febbraio 2024 4

 

 

Ricorre oggi 20 Febbraio la memoria liturgica dei santi Francesco e Giacinta Marto. Tre piccoli pastori, i fratelli Francisco e Giacinta (9 e 7 anni) e la loro cugina Lucia (10 anni), il 13 maggio 1917, mentre badavano al pascolo in località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina di Fatima, riferirono di aver visto scendere una nube e, dal suo diradarsi, apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario: la Madonna. Dopo questa prima apparizione la donna avrebbe dato appuntamento ai bambini per il 13 del mese successivo, e così per altri 5 incontri.

La notizia delle apparizioni si diffuse e richiamò sempre più la presenza di folle di credenti e curiosi. Il 13 luglio i veggenti riferirono che la Madonna aveva promesso che sarebbe avvenuto un evento prodigioso affinchè la gente credesse all'apparizione. Il 13 agosto i pastorelli non poterono presentarsi all'appuntamento perchè rinchiusi in prigione.

Le apparizioni continuarono e furono accompagnate da rivelazioni su eventi futuri, in particolare la fine della prima guerra mondiale e a breve l'inizio di una seconda guerra ancora più devastante se gli uomini non si fossero convertiti.

A conferma della parola data ai tre dalla Madonna riguardo l'evento prodigioso, il 13 ottobre 1917, migliaia di persone, credenti e non credenti, riferirono di aver assistito ad un fenomeno che fu chiamato "miracolo del sole". Molti dei presenti raccontarono che quel giorno pioveva e una spessa nube ricopriva il cielo, d'un tratto la pioggia cessò e, diradandosi le nubi, "si aprì il cielo". Il sole, tornato visibile, avrebbe cominciato a roteare su sè stesso, divenendo multicolore fino ad ingrandirsi, come se stesse precipitando sulla terra. Molti gridarono dalla paura invocando Dio e la Vergine perchè temevano che fosse la fine del mondo. I tre pastorelli dissero di aver visto anche la Madonna, san Giuseppe e Gesù bambino, mentre benedicevano il mondo tracciando un ampio segno di croce. Le autorità civili portoghesi osteggiarono apertamente le apparizioni di Fatima, temendo che, visto il clima politico fortemente anticlericale dell'epoca, potessero alimentare manifestazioni antigovernative. A questo atteggiamento contribui non poco la volontà dei tre pastorelli di mantenere il segreto sulle rivelazioni che la Madonna avrebbe fatto loro. L'avvenimento fece molto scalpore, e fu riportato da numerosi giornali dell'epoca, con molte testimonianze di persone presenti all'evento straordinario. La Madonna avrebbe permesso di rivelare le prime due parti del segreto, chiedendo di non rivelare pubblicamente la terza parte del segreto fino a quando i tempi fossero stati maturi.

Giacinta e Francisco morirono in tenera età durante l'epidemia di influenza spagnola, mentre Lucia divenne suora Carmelitana e custode del segreto di Fatima, dopo essere stata nel convento dell'ordine delle suore Dorotee di Tuy. Nel 1942 suor Lucia pubblicherà le sue memorie, resoconto delle apparizioni mariane. Il 31 ottobre dello stesso anno, papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Nel 1943 il vescovo di Leiria ordinò a Lucia di scrivere la terza parte del messaggio di Fatima, rivelato dalla Madonna. Il Vescovo consegnerà le buste al Patriarca di Lisbona e quindi esse giunsero in Vaticano.

Nel luogo delle apparizioni venne costruito un Santuario in onore della Madonna di Fatima.

Il 13 maggio 2000 i fratelli Giacinta e Francisco vennero beatificati. Nello stesso anno venne svelata l'ultima parte del segreto di Fatima che fu messo in relazione con l'attentato subito da papa Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.

Suor Lucia è morta il 13 febbraio 2005, poche settimane prima della morte di Giovanni Paolo II.

In questo anno dedicato alla preghiera come non guardare alla vita luminosa di questi umili e semplici pastorelli. Una vita trasformata da Dio per mezzo del Cuore Immacolato di Maria: "Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio."  Giugno 1917.

E' infatti la profonda devozione eucaristica che costituisce il cuore della spiritualità dei tre pastorelli di Fatima. Lo testimonia in modo particolare un dialogo tra Giacinta e Lucia, sua cugina maggiore, che rivela la loro abitudine di chiamare l’Eucarestia “Gesù nascosto”: “E tu, quando ricevi la Comunione, parli con lui?”. “Certo”. “E perché non lo vedi?”. “Perché è nascosto”. Allo stesso modo Giacinta si commuove e piange quanto sente la cugina raccontarle la Passione di Gesù, mentre brama di baciare e abbracciare il Crocifisso. E che dire di Francesco un bambino di soli 9 anni dal cuore puro e dallo spirito contemplativo. In un altro aneddoto raccontato da Lucia, dove  descrive che mentre rincorre le farfalle insieme a lui, sua cugina si accorge che Francesco ha preso particolarmente sul serio l’invito della Mamma celeste a recitare il Rosario. Di qui, se ne sta spesso in disparte e così giustifica tale decisione: «Sto pensando a Dio, che è così triste a causa di tanti peccati. Se fossi capace di dargli gioia!».

Guardando a questi tre pastorelli, «la loro fedeltà alla preghiera, la generosità con cui facevano sacrifici, il loro orrore per il peccato, il loro zelo per la conversione dei peccatori, l’amore che nutrivano per Gesù e per il Cuore Immacolato di Maria» trasformando giorno dopo giorno la loro vita in terreno fecondo nel quale germogliano frutti di vita eterna, non possono non interpellarci ad una vita  proiettata verso la santità.
Le vite di Francesco e Giacinta furono brevi e semplici. Hanno vissuto soltanto di Amore e per Amore che si rivelava loro nella luce offerta dalle mani della Signora tanto bella. I pastorelli vissero intensamente la passione di Dio per l’umanità. E, così, furono costituiti profeti dell’amore di Dio e offerti per Lui al mondo come bambini-pastori secondo il suo cuore (Ger 3,15). (Miguel Toga).

Papa Francesco ci esorta in questo anno della Preghiera, «a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera». La preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa, la preghiera nel mondo. I pastorelli di Fatima ci accompagnino in questo anno a riscoprire nella nostra vita il primato di Dio cosi da trasformarla in seme per la vita eterna nostra e dei nostri fratelli.

 

La vita spirituale è l’esperienza di una vita che si identifica con la persona di Gesù e la sua storia umana. Il credente riceve il germe di questa esperienza attraverso il battesimo che lo destina definitivamente alla vita in Cristo. Possiamo sperimentare la forza di questa vita già quaggiù sulla terra, pur nella debolezza, nelle cadute e nelle tentazioni, tramite le meraviglie della grazia che opera in noi.  (André Louf)

16 FEBBRAIO

Ore 17,00 Arrivo e sistemazione

Ore 17,30 Introduzione - cos'è la seconda chiamata e come si applica alla vita laicale a seguire lavoro personale

Ore 19,00 Santa Messa con vespri inseriti

Ore 20,00 Cena

Ore 21,30 Santo Rosario

17 FEBBRAIO

Ore 7,30 Recita delle Lodi

Ore 8,00 Colazione

Ore 9,00 Prima meditazione - Nicodemo - (Come può nascere un uomo quando è vecchio?)

Ore 9,45 Silenzio e lavoro personale

Ore 12,00 Santa Messa

Ore 13,00 Pranzo

Ore 16,00 Seconda meditazione - Bartimeo - (Che io torni a vedere)

Ore 16,45 Silenzio e lavoro personale

Ore 17,30 Vespri

Ore 20,00 Cena

Ore 21,15 Adorazione Eucaristica

18 FEBBRAIO

Ore 7,30 Recita delle Lodi

Ore 8,00 Colazione

Ore 9,00 Terza meditazione - Cleopa ( si aprirono i loro occhi)

Ore 9,45 Silenzio e lavoro personale

Ore 11,00 Condivisione finale

Ore 13,00 Pranzo (facoltativo)

Tre piccoli pastori, i fratelli Francisco e Giacinta (9 e 7 anni) e la loro cugina Lucia (10 anni), il 13 maggio 1917, mentre badavano al pascolo in località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina di Fatima, riferirono di aver visto scendere una nube e, dal suo diradarsi, apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario: la Madonna. Dopo questa prima apparizione la donna avrebbe dato appuntamento ai bambini per il 13 del mese successivo, e così per altri 5 incontri.

La notizia delle apparizioni si diffuse e richiamò sempre più la presenza di folle di credenti e curiosi. Il 13 luglio i veggenti riferirono che la Madonna aveva promesso che sarebbe avvenuto un evento prodigioso affinchè la gente credesse all'apparizione. Il 13 agosto i pastorelli non poterono presentarsi all'appuntamento perchè rinchiusi in prigione.
Le apparizioni continuarono e furono accompagnate da rivelazioni su eventi futuri, in particolare la fine della prima guerra mondiale e a breve l'inizio di una seconda guerra ancora più devastante se gli uomini non si fossero convertiti.
A conferma della parola data ai tre dalla Madonna riguardo l'evento prodigioso, il 13 ottobre 1917, migliaia di persone, credenti e non credenti, riferirono di aver assistito ad un fenomeno che fu chiamato "miracolo del sole". Molti dei presenti raccontarono che quel giorno pioveva e una spessa nube ricopriva il cielo, d'un tratto la pioggia cessò e, diradandosi le nubi, "si aprì il cielo". Il sole, tornato visibile, avrebbe cominciato a roteare su sè stesso, divenendo multicolore fino ad ingrandirsi, come se stesse precipitando sulla terra. Molti gridarono dalla paura invocando Dio e la Vergine perchè temevano che fosse la fine del mondo. I tre pastorelli dissero di aver visto anche la Madonna, san Giuseppe e Gesù bambino, mentre benedicevano il mondo tracciando un ampio segno di croce. Le autorità civili portoghesi osteggiarono apertamente le apparizioni di Fatima, temendo che, visto il clima politico fortemente anticlericale dell'epoca, potessero alimentare manifestazioni antigovernative. A questo atteggiamento contribui non poco la volontà dei tre pastorelli di mantenere il segreto sulle rivelazioni che la Madonna avrebbe fatto loro. L'avvenimento fece molto scalpore, e fu riportato da numerosi giornali dell'epoca, con molte testimonianze di persone presenti all'evento straordinario. La Madonna avrebbe permesso di rivelare le prime due parti del segreto, chiedendo di non rivelare pubblicamente la terza parte del segreto fino a quando i tempi fossero stati maturi.
Giacinta e Francisco morirono in tenera età durante l'epidemia di influenza spagnola, mentre Lucia divenne suora Carmelitana e custode del segreto di Fatima, dopo essere stata nel convento dell'ordine delle suore Dorotee di Tuy. Nel 1942 suor Lucia pubblicherà le sue memorie, resoconto delle apparizioni mariane. Il 31 ottobre dello stesso anno, papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Nel 1943 il vescovo di Leiria ordinò a Lucia di scrivere la terza parte del messaggio di Fatima, rivelato dalla Madonna. Il Vescovo consegnerà le buste al Patriarca di Lisbona e quindi esse giunsero in Vaticano.
Nel luogo delle apparizioni venne costruito un Santuario in onore della Madonna di Fatima.
Il 13 maggio 2000 i fratelli Giacinta e Francisco vennero beatificati. Nello stesso anno venne svelata l'ultima parte del segreto di Fatima che fu messo in relazione con l'attentato subito da papa Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.
Suor Lucia è morta il 13 febbraio 2005, poche settimane prima della morte di Giovanni Paolo II.

18 Febbraio - Domenica

Sante Messe ore 9,00 - 10,30 - 12,00 - 16,30 - 18,00 - rosario ore 16,30

Pomeriggio dedicato ai bambini

Ore 15,30 Accoglienza
Segue Video giocoe Quiz sui pasorelli
Saluto finale con i pastorelli e Maria Ss.ma

19 Febbraio - Lunedì
Sante Messe ore 8,30 - 10,00 - 17,00 - rosario ore 16,30

20 Febbraio - Martedì -  Festa dei pastorelli

Sante Messe ore 8.30 - 10,00 - 17,00 - rosario ore 16,30
Ore  9,30 Incontro con i bambini
-Video e gioco a quiz con i pastorelli
-Saluto finale con i pastorelli e Maria SS.ma

 

03 Febbraio 2024

Primo Sabato del mese

La Madonna a Fatima nell’apparizione del 13 Luglio annunciò: “Per impedire la guerra verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei Primi Sabati”.

Quest’ultima devozione venne a chiederla apparendo a Suor Lucia il 10-12-1925, a Pontevedra in Spagna. Disse: “Guarda, figlia mia, il mio cuore coronato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento mi conficcano con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarmi e dì che prometto di assistere nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza, tutti coloro che il Primo Sabato, per cinque mesi consecutivi, si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, pregheranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando sui 15 Misteri del Rosario con l’intenzione di darmi sollievo”.

Ore 10,00 Santa Messa
Ore 10,30 Adorazione Eucaristica - Rosario meditato  sino alle ore 16,15
Ore 17,00 Santa Messa

02 Febbraio 2024

Primo Venerdì del mese

La devozione al Sacro Cuore in senso moderno ha però inizio con San Francesco di Sales (1567-1622).  Il capolavoro del Santo della Savoia è “Il trattato dell’amor di Dio – Teotimo”, nel quale la storia del mondo appare come “storia d’amore” da scoprire nel cuore di Gesù:
“Stabilirò la mia dimora nella fornace di amore,nel cuore trafitto per me. Presso questo focolare ardente sentirò rianimarsi nelle mie viscere la fiamma d’amore finora così languente. Ah! Signore,il vostro cuore è la vera Gerusalemme; permettetemi di sceglierlo per sempre come luogo del mio riposo…”. (Salesiani di  don Bosco)
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690),  è detta la “messaggera del Sacro Cuore.” Suora dell’ordine della Visitazione – ordine fondato da S. Francesco di Sales e dalla baronessa S. Giovanna di Chantal -, ha sin dal 1673 una serie di apparizioni del Cuore di Gesù: “Il Divino Cuore mi fu presentato come in un trono di fiamme, più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo, con la piaga adorabile; esso era circondato da una corona di spine e sormontato da una Croce.”
Nella terza apparizione, Gesù chiede a Margherita di comunicarsi ogni primo venerdì del mese e di prostrarsi faccia a terra per un’ora nella notte tra il giovedì e il venerdì. Da queste parole nascono le due principali manifestazioni della devozione al S. Cuore: la Comunione del 1° venerdì del mese e l’Ora Santa di riparazione ai torti subiti dal Cuore di Gesù.
Nella dodicesima delle Promesse raccolte da Margherita Alacoque dalla voce di Gesù (la “Grande Promessa”) è assicurata la grazia ai fedeli che si accostano il primo venerdì del mese, per 9 mesi consecutivi e con cuore sincero, alla S. Eucarestia: “Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema.”
Nella quarta e più importante apparizione, avvenuta l’ottavo giorno dopo la festa del Corpus Domini del 1675 (la stessa data in cui oggi il calendario liturgico celebra la solennità del Sacro Cuore), Gesù dice a suor Margherita “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore. La maggior parte di essi però mi ricambia con l’ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l’apatia e il disprezzo verso di me in questo sacramento d’amore. Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi trattato così anche da cuori a me consacrati.”
In questa visione Gesù chiese alla santa che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini fosse consacrato dalla Chiesa a una speciale festa in onore del Suo Cuore.
La festa, celebrata per la prima volta a Paray-le-Monial, la città della Borgogna in cui sorgeva il monastero di suor Margherita fu estesa a tutta la Chiesa da Pio IX nel 1856.
Nel 2000 papa Giovanni Paolo II diede esecuzione alla richiesta che il Signore aveva fatto a suor Faustina, istituendo la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua (Domenica in albis).

Ore 10,00 Santa Messa 

Ore 10,30 Adorazione Eucaristica

Preghiamo per le vocazioni!

“La preghiera è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido silenzioso che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio”. Papa Francesco 

 «Non si tratta di un Anno con particolari iniziative, piuttosto, di un momento privilegiato in cui riscoprire il valore della preghiera, l’esigenza della preghiera quotidiana nella vita cristiana; come pregare, e soprattutto come educare a pregare oggi, nell’epoca della cultura digitale, in modo che la preghiera possa essere efficace e feconda», ha tenuto a sottolineare il pro-prefetto. Per rispondere a tale esigenza, il Dicastero ha predisposto alcuni strumenti che possono accompagnare la meditazione e la lettura per comprendere meglio il valore della preghiera.
Mons. Fisichella

La preghiera del Rosario, nel Messaggio di Fatima è la più richiesta. La Beata Vergine Maria ha chiesto di pregare il Rosario tutti i giorni in tutte e sei le volte che apparve."Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra”.

Nessun'altra devozione nella Chiesa è stata più raccomandata come questa, dai Papi.

Il Rosario semplice è composto da cinque decine; ciascuna decina (Mistero) è recitata in onore della vita di Nostro Signore e di Sua Madre, partendo dall'Annunciazione e finendo con l'Incoronazione di Maria in cielo.

Una decina è composta da un Padre Nostro, dieci Ave Maria, un Gloria al Padre e la preghiera che Nostra Signora insegnò ai Pastorelli di Fatima.

3 Febbraio ore 18,00

Jacinta: “Oggi ho visto la Madonna”. Francisco: “Fra poco vado in Cielo. Lassù almeno potrò meglio consolare il Cuore di Gesù e di Nostra Signora”

Francisco e Jacinta Marto sono i più piccoli dei sette figli di Manuel Pedro Marto e Olimpia de Jesus, abitanti della parrocchia di Fatima, nel comune di Vila Nova di Ourém, nella Diocesi di Leiria, in Portogallo.

Francisco - nacque l’11 giugno 1908 nella casa paterna, in località Aljustrel, e fu battezzato il 20 dello stesso mese presso la chiesa parrocchiale di Fatima. Sua sorella Jacinta nacque l’11 marzo 1910, anch’ella nella casa dei genitori, e ricevette il battesimo il 19 dello stesso mese presso la chiesa parrocchiale.

    Crebbero in un ambiente familiare di condizioni modeste, in un paese agricolo, tranquillo e separato da un Portogallo che viveva in fermento politico e sociale.

    I fratelli non frequentarono la scuola. Non sapevano né leggere né scrivere e conoscevano poche nozioni della geografia, della storia e del pensiero del mondo che stava al di là delle loro montagne. La loro educazione cristiana fu molto semplice: appresero il catechismo in casa o con la zia, la madre della loro cugina Lucia che, insieme a loro, sarà una dei veggenti di Fatima.

    I genitori diedero loro con la vita anche un esempio di fede impegnata: la partecipazione domenicale all’Eucaristia, la preghiera in famiglia, la verità e il rispetto per tutti, la carità verso i poveri e verso chi era nel bisogno. Ancora piccoli iniziarono a prendersi cura del gregge dei loro genitori: Francisco aveva allora 8 anni e Jacinta 6. Trascorre­vano la maggior parte delle loro giornate svolgendo il compito di badare alle pecore, insieme alla cugina Lucia, anche lei pastorella.

    Nel 1916, in primavera, estate e autunno, insieme a Lucia, ebbero le apparizioni dell’Angelo della Pace. Nel 1917 furono visitati dalla Madonna del Rosario, da maggio a ottobre il giorno 13 di ogni mese, tranne che in agosto. In questo mese l’apparizione avvenne il 19, dal momento che i Pastorelli erano rimasti nella prigione di Ourém dal 13 al 15 agosto 1917.

    Dalla figura di Francisco emerge il suo carattere calmo e paci­fico. Lo si ricorda pieno di ammirazione per il creato nel quale gustava la bellezza del Creatore. La pace che da ciò attingeva la trasmetteva poi ai suoi amici, tra i quali sapeva essere segno di concordia, anche quando succedevano liti o offese.

    Dopo le apparizioni dell’Angelo e della Madonna svilupperà uno stile di vita caratterizzato dall’adorazione e dalla contemplazione. Ogni volta che gli era possibile si rifugiava in qualche luogo isolato per pregare da solo. Spesso trascorreva lunghe ore nel silenzio della chiesa parrocchiale, vicino al tabernacolo, per fare compagnia a Gesù nascosto. Nella sua intimità con Dio, Francisco intravede un Dio rattristato dalle sofferenze che ci sono nel mondo, soffre insieme a Lui e desidera consolarLo. Il ragazzo, che non sentiva la voce dell’Angelo e della Signora, ma li vedeva solamente, è tra i tre veggenti il più contemplativo. Nella sua vita si evidenzia come la preghiera sia alimentata dall’ascolto attento del silenzio nel quale Dio parla. Egli si lascia inabitare dalla presenza ineffabile di Dio – «Io sentivo che Dio era dentro di me, ma non sapevo come fosse!» – ed è a partire da questa presenza che accoglie anche gli altri nella sua preghiera. La vita di fede di Francisco è una vita di contemplazione.

    Nell’ottobre del 1918 si ammala durante un’epidemia di bron­copolmonite. Si aggrava progressivamente fino all’aprile del 1919. Il 2 aprile si confessa e il giorno seguente riceve, in casa sua, il Viati­co. Il giorno dopo, il 4 aprile, verso le 22.00, muore serenamente, in casa, circondato dai familiari.

    Viene sepolto nel cimitero di Fatima il 5 aprile 1919. Il 13 marzo 1952 i suoi resti mortali vengono traslati nella Basilica della Beata Vergine del Rosario di Fatima.

    Mons. José Alves Correia da Silva, vescovo di Leiria, apre, il 30 aprile 1952, il Processo Informativo sulla fama di santità e le virtù di Francisco Marto. Il Processo si è concluso il 1° agosto 1979.

    Venne beatificato da S. Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000 a Fatima, assieme alla sorella Jacinta.

 Jacinta - aveva un carattere affettuoso ed espansivo, anche se un po’ capriccioso. Nutriva un affetto particolare per la cugina Lucia ed aveva una sensibilità molto delicata, che si lasciava toccare tanto dalla bellezza della natura quanto dalla sofferenze dei poveri e dei malati.

    Colpita dalle apparizioni dell’Angelo e della Madonna, si lascia impressionare soprattutto dalle sofferenze dei “poveri peccatori” e dalla missione e sofferenza del Santo Padre. Di fatto, dopo questi incontri con il Cielo, il suo carattere capriccioso ed egocentrico lascerà il posto ad un cuore generoso, dimentico di se stesso e che vive piuttosto per il bene degli altri, offrendo preghiere e sacrifici a beneficio di tutti coloro che ella vede soffrire.

    Il profilo spirituale di Jacinta è in tal modo contraddistinto dalla generosità della fede e della donazione di sé per gli altri. Esprime spesso il suo desiderio di condividere con tutti quell’amore ardente che sente per i cuori di Gesù e di Maria. Tutti gli aspetti particolari della sua giornata, comprese le sofferenze dovute alla successiva malattia, sono un’occasione di offerta a Dio per la conversione dei peccatori e per il Santo Padre. Divide la sua merenda con i poveri, offrendo così il sacrificio del suo digiuno come segno della sua disponibilità ad essere totalmente di Dio in favore degli altri. Nelle sue memorie Lucia dice di lei che pregare e soffrire per amore «era il suo ideale, era ciò di cui parlava». La vita di fede di Jacinta è una vita di compassione.

    Al termine del 1918 Jacinta si ammala di broncopolmonite. Rimane ricoverata all’Ospedale di Vila Nova di Ourém dal 1° luglio al 31 agosto 1919. Da quel giorno le rimane una piaga sul fianco sinistro del petto. Ritorna a casa in condizioni peggiori di salute.

    Nel gennaio del 1920 la portano a Lisbona perché sia curata nel miglior ospedale pediatrico dello Stato, l’Ospedale D. Estefania.

    Tra il 21 gennaio e il 2 febbraio 1920 risiede presso l’Orfa­notrofio della Beata Vergine dei Miracoli, dove passa molte ore in adorazione del Santissimo Sacramento.

    Il 2 febbraio 1920 viene ricoverata con una diagnosi di pleurite purulenta e osteite a due costole. Si decide per un intervento chirurgico, nonostante Jacinta insista nel dire che è inutile.

    Viene operata il 10 febbraio 1920, le vengono asportate due costole, ma rimane la grande ferita nel fianco sinistro del torace.

    Nel pomeriggio del 20 febbraio Jacinta chiede di ricevere i sacramenti, soprattutto la comunione eucaristica. Il cappellano del­l’ospedale rimanda al giorno dopo, anche se la fanciulla insiste che possa riceverli il giorno stesso. Muore, da sola – come le aveva detto la Madonna – il 20 febbraio 1920 alle 22.30.

    Viene seppellita il 24 febbraio nel cimitero di Ourém in una tomba messa a disposizione dai Baroni di Alvaiazere.

    Il 12 settembre 1935 le sue spoglie sono trasportate nel cimitero di Fatima e il 1° maggio 1951 traslate nella Basilica della Beata Vergine del Rosario di Fatima.

    Mons. José Alves Correia da Silva, vescovo di Leiria, il 30 aprile 1952 apre il Processo Informativo sulla fama di santità e le virtù di Jacinta Marto. Il Processo si è concluso il 2 giugno 1979.

    Venne beatificata da S. Giovanni Paolo II a Fatima il 13 maggio 2000, assieme al fratello Francisco.

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