Articoli filtrati per data: Marzo 2023

..Fino alla celebrazione della Veglia pasquale, nelle nostre Chiese domina la Croce. Davanti alla Croce e al Crocifisso oggi “ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sottoterra”.
Tormento crudele e vergognoso era quello della croce, al quale si condannavano solamente i peggiori tra i criminali. Si trattava, infatti del supplizio riservato ai delitti più vili o agli schiavi più perversi. Si caricava il reo del palo orizzontale della croce perché servisse da deterrente e pubblico ludibrio. 
La croce è la vera sapienza e la forza di Dio.
Segno che identifica il cristiano e condizione per essere discepolo di Cristo.
La teologia della croce si appoggia sulla Parola rivelata e non cerca tanto una spiegazione completa del significato della croce, quanto di mettere in rilievo che il mistero della croce e quello che da senso e ragione al contenuto della fede cristiana.
Dio si manifesta nella croce e nel Crocifisso.
Ore 9,00 Conferenza - P.Silvano Porta omv
segue Adorazione Eucaristica guidata e animata da sr Mary Kowalska omvf
Ore 10,30 santa Messa
Ore 12,00 Condivisione
in News

“In questi giorni notizie e immagini di morte continuano a entrare nelle nostre case, mentre le bombe distruggono le case di tanti nostri fratelli e sorelle ucraini inermi”, ha dichiarato Papa Francesco durante la liturgia penitenziale in Vaticano, Marzo del 2022. Ad un anno di distanza le immagini sono sempre quelle, distruzione, lacrime, bombe, una spirale di odio che sembra non finire mai. Forse davvero siamo stati cosi superficiali ed ingenui nel pensare che fatto l'Atto di Affidamento tutto sarebbe cambiato, cosi per magia? Ma allora, cosa comporta Affidarsi a Maria, o meglio Consacrarsi al Cuore Immacolato? Perchè Nostra Signora a quei piccoli veggenti chiese proprio questo: che il mondo venga consacrato: "al mioCuore Immacolato. Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato". Fatima 1917

Consacrarsi o affidarsi, significa rimettere tutta la propria vita nelle mani della Madonna offrendo tutto quello che facciamo a Dio, facendolo passare attraverso il Suo Cuore Immacolato. Tornare a Dio, cambiando la rotta della nostra vita per orientarla verso di Esso,  questo farà sì che il Cuore Immacolato di Maria finalmente trionfi e nel mondo finalmente regni la pace!

“Ritorniamo a Dio, ritorniamo al suo perdono”, l’esortazione del Papa, che ha ricordato “come Dio interviene nella storia: donando il suo stesso Spirito”.
Ricordare qui al Santuario quell'Atto di Affidamento così denso di spiritualità è accogliere e ricordare a tutti noi che la Vergine Madre è sempre qui vicino, pronta ad accoglierci e a far si che il Suo Cuore Immacolato sia la via sicura che ci condurrà a DIo!
"..O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace..." Papa Francesco Affidamento al Cuore Immacolato di Maria

"Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila".

Ore 16,00 Catechesi Mariana sul significato dell'Atto di Affidamento
Ore 16,30 Preghiera mariana
Ore 17,30 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da padre Louis Constantino  Rettor Maggiore deli oblati di Maria Vergine

in News

Il Santuario N.S. di Fatima - San Vittorino, oraganizza in collaborazione con il Caffè del Buon pellegrino, un pellegrinaggio a Santa Rita da Cascia.

Viaggio in Pulma A/R
Una notte pensione completa -  Hotel delle Rose
Visita al Santuario di santa Rita
Santa Messa
Visita del Monastero e casa natale di san Benedetto e santa Scolastica a Norcia

Per informazioni e prenotazioni tel. 328 4541763

Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) verso il 1380. Secondo la tradizione era figlia unica e fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio ma, per le insistenze dei genitori, fu data in sposa ad un giovane di buona volontà ma di carattere violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, ebbe molto a soffrire per l’odio dei parenti che, con fortezza cristiana, riuscì a riappacificare. Vedova e sola, in pace con tutti, fu accolta nel monastero agostiniano di santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi. Beatificata da Urbano VIII nel 1627, venne canonizzata il 24 maggio 1900 da Leone XIII. E’ invocata come santa del perdono e paciera di Cristo.

 

in News
La lunga permanenza nel deserto causò la morte della generazione che uscì dall'Egitto,
Morte che è ripetutamente interpretata dalle tradizioni come purificazione dal suo continuo peccato (cfr. Deut. I,14-40). Il popolo, con un lungo giro, evita l'incontro armato con popoli più potenti di lui: Mom e Koab, e giunge al confine della terra oggetto della promessa, a est del mar Morto.
II momento storico per affrontare la conquista di Canaan non poteva esser più favorevole. Le tribù che erano uscite dall'Egitto si erano irrobustite nel deserto e avevano acquistato una certa coscienza di unità. Gli imperi limitrofi erano in assoluta decadenza, impotenti pertanto ad intervenire. L'Egitto, dopo lo splendore dei Ramses, aveva iniziato il letargo. L'Assiria ancora non aveva sollevato il capo. I cananei si trovavano divisi fra loro in una moltitudine di città-stato indipendenti, incapaci di far causa comune e pertanto di difendersi davanti alla spinta di alcuni nomadi agguerriti.
La storia della conquista non si può seguire nei particolari, perché l'attuale interpretazione biblica ha semplificato lo svolgersi degli avvenimenti. Ma le prove sono più che sufficienti per assicurare che nella seconda metà del sec. XIII ebbe luogo, come lo dimostrano abbondanti testimonianze archeologiche, un grande assalto dall'est della Palestina che, per quanto fosse incompleto, distrusse la retroguardia della resistenza organizzata e permise a Israele di trasferire lì il suo centro tribale. Ma la popolazione cananea non fu in nessun modo sterminata. Molta parte della terra occupata da Israele era densamente popolata, e molta altra abitata da elementi che fecero causa comune con lui. Le vittorie di Israele causarono un aumento notevole del suo numero. Clan e città aderirono in massa o furono incorporati alla sua struttura per mezzo di un patto solenne (Gios. 24).
Benché in processo di. assorbimento abbia continuato per qualche tempo, la struttura tribale di Israele si completò rapidamente e ricevette la sua forma costitutiva. Con questo si può dire che sia cominciata la storia di Israele (J. Bright). Le tradizioni della conquista, diverse e svariate nei dettagli, sono state raccolte da un autore posteriore (probabilmente dell'epoca dell'esilio in Babilonia), che ha dato loro la forma che ci presentano oggi nel libro di Giosué. Questo autore è imbevuto della mentalità del Deuteronomio, per cui ci offre un'interpretazione religiosa della conquista,
La morte misteriosa di Mosé non impedisce la continuità della storia salvifica. E' Jahvé che la conduce a termine e, quando vengono a mancare i mediatori di una tappa, egli si sceglie nuovi "inviati" sui quali diffonde il suo spirito, perché in suo nome portino a termine un nuovo compito salvifico, quello che si adatta alla nuova tappa della storia.

Il terzo sabato del mese,  sia in presenza che in diretta streaming, leggiamo e commentiamo i testi dell'Antico Testamento, dalla Genesi in poi, per cogliere il messaggio spirituale che ci offrono per la nostra vita di fede.

L’inizio è previsto per le ore 16.00 e la durata è di circa un’ora.

In presenza l’incontro si tiene nella sala del Rosario (salire la rampa di scale, al primo piano); invece per chi volesse seguire tramite YouTube, basta cliccare sul seguente link: 

https://www.youtube.com/channel/UCzGZlWm8IITlevGMDX6-44w

in News
17 Marzo 2023

Via Crucis 2023

La Via Crucis (dal latino, Via della Croce – anche detta Via Dolorosa) è un rito cristiano, della Chiesa cattolica con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota.

L’itinerario spirituale della Via Crucis è stato in tempi recenti completato con l’introduzione della Via Lucis — che celebra i misteri gloriosi, ovvero i fatti della vita di Cristo tra la sua risurrezione e la Pentecoste.
Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva.
Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia.
La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.
Oggi tutte le Chiese dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l’elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato. L’ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre “l’ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c’è una regola generale”.

Signore Gesù, Tu che sei il Crocifisso Risorto, fa’ che non ci lasciamo rubare la speranza di una nuova umanità, dei cieli nuovi e della terra nuova dove asciugherai ogni lacrima dai nostri occhi e non vi sarà più lamento, né affanno, perché le cose vecchie sono passate e saremo una grande famiglia nella tua casa di amore e di pace.

Ogni Venerdi ore 16.30 - Tempo permettendo la Via Crucis si svolgerà all'aperto.
Ore 17,30 Santa Messa

in News

Ginetto fu quasi accecato, quella mattina, dalla luce splendente del sole che lo costrinse ad alzarsi dal suo letto di catoni presso la stazione del paese.
Angelino venne trafitto, tra le sbarre delle finestre, dalle stessa luce potente che lo risvegliò dal suo solito sonno agitato.
La madre Badessa, già sveglia da tempo, fu colpita negli occhi avendo quasi stranamente sollevato lo sguardo verso il cielo.
Monsignore, intento ad avviarsi in Chiesa, s'accorse della luce così vivace in quanto altri passanti erano fermi sollevando lo sguardo al cielo.
Lavinia, attraverso le lenzuola che stava stendendo, fu attirata da quella strana luce del mattino.
La famiglia di Piero: papà, mamma, Luigino e Sofia, quasi quasi camminavano all'indietro mentre si stavano recando alla Santa Messa attirati dal fennomeno di quel mattino.
Giannettino, là nel suo orto, mentre stava controllando i frutti del suo lavoro vide  la terra asciugarsi in fretta mentre la stava innafiando e sollevò lo sguardo verso la luce.
La signora Cesira, a casa perchè sofferente da tempo, stava accendendo la televisione per seguire la Santa Messa quando dalla finestra aperta spuntò luminoso un forte raggio di sole che la costrinse a contemplare quella bellezza.
Suor Giuseppina, quella suorina anziana e con molti acciacchi, era da tempo in ginocchio in Cappella a pregare e  quel raggio di sole passato attraverso le finestre la sfiorò quasi come un bacio.
Anche Adalberto, nella sua irsuta solitudine, s'accorse che quella mattina il sole brillava ancor più di altre volte e non potè fare a meno, finalmente, di accennare un lievo sorriso.
Berto, che la sera prima un pò alticcio, si era impossesato di denaro non suo, trovò strano quel sole mattutino e non potè fare a meno di pensare al cielo.
I chiassosi chierichetti, maschi e femmine, che si preparavano all'entrata in Chiesa per la Santa Messa Pasquale solenne, cercando di ripararsi con la manica della tunica, volsero gli occhi al cielo  ed accennarono ad un sorriso.

Che il Sole del mattino di Pasqua.


Tutti videro lo stesso sole,lucente, splendente, caldo, radioso, che ispirava sorrisi e felicità.

Quel sole che solo era il segno di una Luce più grande che ancora una volta annunciava che Cristo, morto,  era risorto e per tutti c'era la possibilità di risorgere con Lui!

Un caro augurio Pasquale!
                                                 Stefano Ferrandi Cascinone

in News
San Gabriele nasce da famiglia aristocratica ad Assisi (Perugia) il 1° marzo 1838, da Sante Possenti, governatore della città, e Agnese Frisciotti. Lo battezzano lo stesso giorno con il nome dell’illustre concittadino, Francesco.  A tredici anni Francesco affronta gli studi liceali nel collegio dei gesuiti. E’ intelligente, esuberante, vivace, gli piace studiare, riesce ottimamente soprattutto nelle materie letterarie. Compone poesie in latino, le recite scolastiche lo vedono sempre protagonista. Vince numerosi premi scolastici. Elegante, vivace, spigliato, diventa un punto di attrazione per la sua allegria. Gli piace seguire la moda, veste sempre a puntino. Vuole primeggiare in tutto, “la bella vita non gli dispiace”. E’ un bel ragazzo e ne è consapevole. Alto circa m.1,70, snello, moro, viso rotondo fragile, occhi neri vividi, labbra ondulate con finezza sempre in sorriso, capelli castano scuri dal ciuffo ribelle. Innamorato della vita, ma sul futuro sembra ancora indeciso. Egli “aveva sortito dalla natura un carattere molto vivace, soave, gioviale, insinuante, insieme risoluto e generoso, ed aveva un cuore sensibile e pieno d’affetto…  di parola pronta, propria, arguta, facile e piena di grazia, che colpiva e metteva in attenzione”. (Biografia) Come si direbbe oggi uno che spacca!
Nel 1855 era rimasto segnato dalla morte della sorella, ma il lutto lo aveva spinto a cercare la gioia nella devozione per la Madre di Dio, che coltivava da sempre. Francesco aveva 18 anni quando chiese di essere ammesso al noviziato di Morrovalle, nei pressi di Macerata, dove nel 1856 vestì l’abito passionista assumendo il nuovo nome di Gabriele di Maria Addolorata.
Tre anni, dopo, però, morì a causa della tubercolosi ed è lì venerato, nel Santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. Il 13 maggio 1920 Benedetto XV lo proclama santo e nel 1926 diventa compatrono della gioventù cattolica italiana.
“La testimonianza cristiana di San Gabriele dell’Addolorata “fu così straordinaria e singolare, da poter essere additata come modello per tutta la Chiesa, specialmente per le nuove generazioni”. (Papa Francesco). Alla Chiesa del tempo Gabriele apparve come un modello adeguato da offrire ai giovani per dare loro un ideale di virtù e di distacco dai piaceri e dalle vanità del mondo. Aver accolto la reliquia di questo giovane santo al Santuario è stata un’occasione per far riscoprire soprattutto ai giovani della nostra Diocesi e non, la sua figura straordinaria che in brevissimo tempo bruciò le tappe della santità.
-Sabato 4 Marzo il Santuario è stato impreziosito anche dalla presenza di un gruppo di giovani proveniente dalla parrocchia di San Romano – Roma, accompagnati da sr Milena omvf e dal Viceparroco Don Bartolomeo.  Dopo una meditazione guidata da sr Antonia Castellucci omvf, si sono recati in Santuario per la recita del rosario meditato proprio con i pensieri del santo. Così scrive Serena, una ragazza che ha partecipato all’ incontro: “Tempo fa mi colpì una frase di papa Francesco: “la gioia è la carta d’identità di un cristiano”... il Signore mi ha parlato e permesso di capire  tramite un incontro presso il Santuario di Nostra Signora di Fatima e attraverso la conoscenza di un santo, San Gabriele dell’Addolorata. San Gabriele ha testimoniato che la gioia non riguarda le circostanze in cui viviamo ma dipende da ciò su cui fondiamo la nostra vita. Che sia un’amicizia, un fidanzamento, un matrimonio, se questo è incentrato su Dio e l’eternità, assume un valore diverso che conduce alla vera gioia. Il Santo ha plasmato la sua vita sul piano di salvezza che Dio aveva per lui.”.
-Domenica 5 Marzo, ogni sacerdote nella celebrazione Eucaristica ha colto un aspetto di questa giovane vita che nonostante tutte le agiatezze che essa stessa, la vita, gli poteva offrire ha scelto la parte migliore, ossia Colui che solo sa riempire il cuore. Inoltre alla fine della Messa è stata recitata la preghiera a san Gabriele affidando la Diocesi e soprattutto i giovani alla sua intercessione.
Sempre Domenica 5 nel pomeriggio alle 15,15 durante l’Adorazione Eucaristica intercalando le preghiere con alcuni pensieri del Santo le persone presenti hanno potuto conoscere e meditare su quanto san Gabriele fosse un’ innamorato dell’eternità. E’ seguita poi la consueta processione mariana che assieme alla Statua della Vergine Maria è stata portata anche la reliquia del Santo.
«La mia vita è una continua gioia. Non cambierei un quarto d’ora di questa vita». Così affermava san Gabriele,  conosciuto come il santo dei giovani, il santo dei miracoli e il santo del sorriso. Ma la sua giovane vita conobbe presto la sofferenza una tubercolosi ossea che in poco tempo lo portò alla morte, ma che la seppe affrontare e vivere con eroica serenità.
È il grande regalo che ciascuno di noi può rendere al mondo. Che il Signore ci dia la grazia di credere così profondamente in Lui da diventare immagine di Cristo per questo mondo. La nostra storia ha bisogno di “mistici”: di persone che rifiutano ogni dominio, che aspirano alla carità e alla fraternità. Uomini e donne che vivono accettando anche una porzione di sofferenza, perché si fanno carico della fatica degli altri. Ma senza questi uomini e donne il mondo non avrebbe speranza. Per questo auguro a voi – e auguro anche a me – che il Signore ci doni la speranza di essere santi. (papa Francesco)
“Tutto posso in colui che mi da forza”, è stata la forza di San Gabriele lo sia anche per noi!
2a679de8 5989 4763 b336 7ccf42c54a08
in News

Sabato 4 Marzo ore 18,30 recita del rosario animato dal gruppo giovani adulti del Santuario.
Domenica 5 ore 15,15 Adorazione Eucaristica - segue Processione mariana - La reliquia del santo sarà esposta sull'altare accanto alle statua di Nostra Signora di Fatima
Ore 16,30 santa Messa

Si chiamava Francesco Possenti ed era nato ad Assisi nel 1838; all'età di 4 anni rimase orfano di madre, ma crebbe ugualmente da innamorato della vita e coltivando la fede cristiana. Il padre era un funzionario dello Stato Pontificio e progettava una vita agiata per il futuro del figlio, ma lui a 18 anni, nel 1856, scelse di diventare religioso tra i Passionisti, entrando nel noviziato di Morrovalle (Macerata). Nel 1855 era rimasto segnato dalla morte della sorella ma il lutto lo aveva spinto a cercare la gioia nella devozione per la Madre di Dio, che coltivava da sempre. Iniziò il suo cammino verso la consacrazione a Loreto e poi continuò, dal 1859, a Isola del Gran Sasso. Tre anni, dopo, però, morì a causa della tubercolosi ed è lì venerato, nel santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. È santo dal 1920, compatrono dell'Azione cattolica e patrono dell'Abruzzo.

in News
«Guarda, figlia mia, il Mio Cuore coronato di spine che gli uomini ingrati a ogni momento Mi conficcano, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarMi, e di’ che tutti quelli che per cinque mesi, nel primo sabato, si confesseranno ricevendo poi la santa Comunione, diranno un rosario, e Mi faranno 15 minuti di compagnia meditando sui 15 misteri del rosario, coll’intenzione di darMi sollievo, lo prometto di assisterli, nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza di queste anime». (10-12-1925 - La Vergine Maria a sr Lucia di Fatima)
Come praticare la devozione dei primi cinque sabati del mese
1) Confessarsi, entro gli otto giorni precedenti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se durante la Confessione si dimentica di formulare tale intenzione, si può esprimerla nella Confessione seguente;
2) Ricevere la Comunione, in grazia di Dio, con la stessa intenzione della Confessione;
3) La Comunione deve essere ricevuta nel primo sabato del mese;
4) La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo;
5) Recitare il Rosario, almeno la terza parte, con la stessa intenzione della Confessione;
6) Fare compagnia alla Madonna per un quarto d’ora, meditando sui misteri del Rosario. Questo può avvenire meditando un brano della Scrittura o i misteri del Santo Rosario. Suor Lucia di Fatima era solita meditare un mistero del Rosario per 15 minuti alla fine della sua preghiera. Questa meditazione è in aggiunta alla quotidiana recita del Santo Rosario.
7) Concludiamo con la preghiera al Cuore Immacolato di Maria per ogni primo sabato del mese.
Suor Lucia spiega cosa si può fare se la confessione non può avvenire nel primo sabato del mese. Essa stessa fece presente a Gesù la difficoltà che alcune anime avevano di confessarsi il sabato, e chiese che fosse valida la confessione di otto giorni. Gesù rispose: «Sì, possono essere anche di più, purché, quando Mi ricevono, siano in grazia e abbiano l’intenzione di riparare il Cuore Immacolato di Maria.»
Lei domandò: «Gesù mio, e quelle che si dimenticheranno di formulare quell’intenzione?»
Gesù rispose: «Possono formularla nella confessione seguente, approfittando della prima occasione che avranno per confessarsi».(15 febbraio 1926)
in News

Primo Venerdì preghiamo per le vocazioni.

Preghiera di P. Annibale Di Francia


O Signore Gesù, che ci hai comandato di pregare il padrone della messe perché mandi operai alla sua messe, suscita molte e sante vocazioni per la salvezza delle anime.
Come un giorno hai chiamato Matteo, Pietro, Giacomo, Giovanni, fa ascoltare la tua voce a tanti giovani disposti ad accogliere la tua grazia.
Concedi a coloro che chiami alla tua sequela fedeltà nella loro vocazione, santità di vita, costanza nella preghiera, zelo per la tua gloria e per l’avvento del tuo Regno.
Manda operai santi alla tua Chiesa. Te lo chiediamo per amore di Maria santissima Madre tua e Madre della Chiesa. Amen
Ore 10,00 Santa Messa segue Adorazione Eucaristica e recita del rosario, animato dal gruppo monfortano.

in News

Contatti

santuarionsdifatima@gmail.com

Please, enter your name
Please, enter your phone number
Please, enter your e-mail address Mail address is not not valid
Please, enter your message
Acconsento al trattamento dei dati ai sensi del DLgs 196/2003 e del Reg. UE 2016/679.
Leggi l'informativa

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter: sarai costantemente informato sulle nostre iniziative, eventi, etc...

Donazioni

  • Il Santuario N.S. di Fatima nato per la generosità di tante persone e per chi ha donato tutto per la maggior Gloria di Dio, si sostiene con il contributo libero di quanti devolvono a suo favore offerte. Chi volesse contribuire può farlo:

    IBAN: IT55 G 03069 39450 100000009531

    Banca Intesa San Paolo
    C.C. POSTALE 439018
    intestato Istituto degli Oblati di Maria Vergine, Santuario N.S. di Fatima