Architettura e simbolismo

La costruzione è opera dell’architetto Lorenzo Monardo, che ha volutamente progettare una forma ardita, circolare, immaginando una grande tenda distesa sui fedeli e proiettata verso l’alto, che richiama la biblica tenda del convegno che proteggeva l’Arca dell’Alleanza. Un’altra immagine che richiama la facciata esteriore è la nave che si inoltra nell’infinito oceano di Dio-Amore, con Maria che guida tutti al porto di salvezza. La struttura architettonica in cemento armato è formata da 4 vele che per un gioco di equilibri non poggiano per terra.
L’entrata ampia e accogliente, priva di barriere architettoniche, ci spinge dolcemente verso il centro; lo spazio interno è stato modellato ispirandosi alle esigenze liturgiche, ponendo il presbiterio in modo da sollecitare una partecipazione attiva alle celebrazioni e all’ascolto della Parola.
L’accesso al santuario è particolarmente adatto ai malati e disabili che possono entrarvi senza disagio e trovare accoglienza e conforto nelle loro infermità.

Sul presbiterio emerge l’altare di marmo bianco che richiama la centralità di Cristo nella nostra  vita. Sullo sfondo del presbiterio si rimane colpiti dalla bellezza lucente dell’Angelo dell’Eucaristia, tutto dorato, che porge il Tabernacolo all’adorazione dei tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, scolpiti in atto contemplativo.

Questo gruppo scultoreo, opera dello scultore milanese Montaguti, richiama l’Apparizione dell’Angelo ai bambini che ha preceduto le apparizioni della Vergine Santa.

Gli Amboni sono frutto dello scultore Airaldi Giovanni Battista di Genova e scolpiti in bronzo policromo con una ricca simbologia di elementi e denominati uno “di San Giovanni Evangelista”, l’altro “dei Sinottici”.

Il Leccio di bronzo, dello stesso artista, posto sul lato sinistro del presbiterio, richiama l’alberello, alto poco più di un metro, su cui si posò la Vergine Maria il 13 maggio 1917. Sull’albero è posta la bella statua della Vergine Maria, come raffigurata a Fatima; tra le mani ha il Rosario, la preghiera che ha chiesto ai tre pastorelli e che oggi chiede anche a noi. Sul tronco dell’albero lo scultore ha messo alcuni simboli che richiamano le apparizioni di Fatima. Vi spicca il sole, con raggi dorati, simbolo della Divina Presenza e che rievoca l’ultima apparizione (13 ottobre 1917) della Vergine Maria a Fatima. Aprendo le mani, la Madonna le fece riflettere sul sole e mentre si elevava, il riflesso della sua luce continuava a proiettarsi sul sole. Ad un tratto la piccola Lucia esclamò: “Guardate il sole! “. E davanti ad una folla di circa 50.000 persone si compì quello che poi fu chiamato “Il miracolo del sole”.

Appare poi una mano in un’aureola di luce, come  simbolo della Mano creatrice e provvidente di Dio che guida ciascuno di noi, simbolo della Potenza di Dio che ha operato i prodigiosi eventi di Fatima ed è sempre all’opera nel mondo. Il pellegrino può scorgervi anche la mano materna di Maria che lo accarezza e lo prende per mano.

Infine si stagliano le dolci figuri di tre colombe, simbolo della pace. Come dopo il diluvio una colomba recò un ramoscello d’ulivo, così l’umanità devastata dal peccato, trova in Maria Colei che gli reca un messaggio di pace e di speranza, attraverso gli eventi di Fatima. Le colombe richiamano anche i tre pastorelli, protagonisti di questa meravigliosa storia.

Gli interni sono decorati da colorate e grandi Vetrate, progettate da Padre Ugolino, cappuccino, che ha voluto dare una soffusa luminosità policroma all’interno del Santuario. I disegni sono ispirati a simboli eucaristici, mariani e della Passione del Signore.

La Via Crucis è stata realizzata dallo scultore Gabriele Jagnocco da Palestrina, che ha voluto esprimere in tutta la sua forza il Mistero Pasquale, centro e culmine della nostra fede.  Sono scolpiti 16 pannelli in alto rilievo, modellati in metallo bianco, iniziando dal Mistero dell’Istituzione dell’Eucaristia e via proseguendo fino all’ultimo pannello che raffigura Gesù Risorto.

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