Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

“La santità, la pienezza della vita cristiana consiste nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. È l’essere conformi a Gesù, come afferma san Paolo: «Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo» (Rm 8,29)” (Benedetto XVI, udienza generale, 13 aprile 2011).

1 Novembre  - Tutti i Santi - Celebrazione Eucaristica

Ore 9,00 - 10,30 - 12,00 - 16,30 - 18,00 - Rosario ore 16,00

2 Novembre  - Commemorazione fedeli defunti - Celebrazione Eucaristica 

Ore 9,00 - 10,30 - 12,00 - 17,30 - Rosario ore 17,00
Ore 15,00 - Santa Messa al Cimitero

Eccoci qui, anche quest’anno è iniziato il bombardamento commerciale legato alla festa di Halloween: negozi colmi di ragnetti, streghe, scheletri, fantasmi e zucche; addobbi in ogni luogo. In nome di questa festa si insegnano filastrocche, canzoncine e si organizzano laboratori per bambini, feste di ogni tipo per grandi e piccini e l’immancabile giro per le case alla ricerca di dolcetti e caramelle: “dolcetto o scherzetto?”

Ma Halloween è una festa che non ci appartiene. Il primo novembre è la giornata dedicata ai santi, che non a caso ci introduce alla commemorazione dei defunti. In quest’ultima facciamo memoria dei nostri cari che sono passati da questo mondo alla luce di Dio e ci invita a riflettere, alla luce del Vangelo, su quell’evento inevitabile che segna il passaggio dalla vita terrena a quella eterna e sul fine della nostra vita: “da Dio partiamo e a Dio ritorniamo”. Riscoprire il senso della nostra esistenza è riscoprire il nostro essere figli della luce e non delle tenebre; è prendere coscienza della nostra chiamata alla santità e i santi sono lì a dimostrarcelo. Papa Francesco ci ricorda che: “Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova”.

La santità non è una meta riservata a pochi eletti. San Paolo ci parla di un grande disegno di Dio: “In Gesù, Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1, 4). La santità, la bellezza e la gioia della vita cristiana non consistono nel compiere grandi cose, ma nel vivere per Cristo ed in Cristo, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti.

Se noi compiamo con semplicità, con pace, con buona volontà, tutte le nostre cose, noi siamo già incamminati per la via della grande santità” (Servo di Dio Don Angelo Lolli).

Facciamo festa sì, spiegando chiaramente che si festeggiano i morti e i santi che vivono in Cristo nella gioia del paradiso.

Stiamo vivendo momenti di grande tensione e ogni giorno i mezzi di comunicazione ci propinano cose terribili, orrende, eventi di violenza, sofferenza e morte, voluti dalla stoltezza umana.

Di fronte a questi fatti vi propongo di reagire da credenti, vivendo questa festa in modo del tutto particolare: non solo pregare per i nostri cari defunti, ma anche esortare i nostri ragazzi ad andare casa per casa, non per recitare la consueta frase che ci insegna Haloween: “dolcetto scherzetto”, ma per portare la luce e la pace del Signore.

Vestiamoci da santi per assaporate l’eterno abbraccio del Padre che ci ama e ci avvolge con il suo abbraccio eterno, il nostro sguardo verso il cielo ci aiuterà ad essere veri figli della luce, operatori di pace e di bene in mezzo a questo mondo martoriato da tanto odio!

Papa Francesco torna sulla crisi mediorientale: si eviti la catastrofe umanitaria a Gaza. E lancia per il 27 ottobre una giornata di digiuno e preghiera per la pace invitando anche le altre religioni: "Invito i credenti ad unirsi alla Chiesa in Terra Santa dedicando la giornata di oggi alla preghiera e al digiuno per la pace. Siano liberati gli ostaggi, i civili non siano vittime del conflitto, si rispetti il diritto umanitario e non si versi altro sangue innocente."

Accogliendo l'invito del papa al Santuario dalle ore 10,30 alle 18,00 vi sarà l'Adorazione Eucaristica continua e la recita del rosario.

"Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra." 13 Maggio 1917

"E' stata tante volte la recita di un solo Rosario a placare lo sdegno della Divina Giustizia ottenendo sul mondo la misericordia divina e a salvare tante anime. Solo così affretterete l'ora del trionfo del Cuore immacolato della Madonna sul mondo." sr Lucia di Fatima

 

Alla fine del II millennio a.C. alcune tribù ebraiche iniziarono a riconoscere l'autorità di un unico sovrano. La necessità di un re si rendeva infatti improrogabile di fronte alla crescente pressione esercitata dai filistei a sud. Il primo re di cui sia notizia è Saul (intorno al 1030 a.C.). Con Saul il regno di Israele definì il suo Primo nucleo territoriale, ma il re non riuscì a cacciare i filistei, dai quali anzi fu sconfitto in battaglia (intorno al 1010 a.C.

Ore 16,00 Sala del rosario - Padre Michele Babuin omv

 https://www.youtube.com/channel/UCzGZlWm8IITlevGMDX6-44w

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere all’ufficio Direzione ed Accoglienza del Santuario negli orari di apertura, oppure inviare un whatsapp a P. Michele stesso (339 4779599). 

Che sia per la nostra o per quella di un nostro caro o ancora per tutte le persone malate che soffrono, le preghiere per i malati sono un atto di pura fede e devozione per il mistero della vita che in Gesù Cristo ha avuto compimento attraverso la sofferenza sulla croce per noi.

Ecco allora che la preghiera per i malati, da recitare per noi stessi o per una persona cara che soffre, diventa non solo uno strumento di fede, ma un sollievo per lo spirito esacerbato dall’ansia, dal dolore.

- Ore 15,30 Adorazione Eucaristica guidata da padre Vincenzo Voccia omv
Segue Benedizione Eucaristica 
-Ore 16,30 Santa Messa

Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso. E aprendo le mani, le fece riflettere nel sole; e mentre si elevava, il riflesso della Sua stessa luce continuava a proiettarsi nel sole.   (13 ottobre 1917)

Giacinta nell’ospedale a Lisbona afferma ancora: "Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù. "Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso.

A 106 anni dalle apparizioni di Fatima si conferma ancora la necessità di ascoltare quel messaggio della Madonna all’umanità, perché su Fatima, diciamoci la verità, non si dirà mai abbastanza.
Dal 1917 ai nostri giorni si può dire che il male ha dilagato, la crisi dell’umanità vive un crescendo inquietante. Da quel luogo, da Fatima,  è stato lanciato un segnale grave, che va contro la superficialità imperante, un richiamo alla serietà della vita, della storia, e ai pericoli che incombono sull'umanità. È quanto Gesù stesso ricorda assai spesso, non temendo di dire: Se non vi convertite tutti, perirete (Lc 13,3). La conversione, e Fatima lo ricorda in pieno, è un'esigenza perenne della vita cristiana» (Rapporto sulla fede: Vittorio Messori a colloquio con il cardinale Joseph Ratzinger, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1985, p. 111).

Dagli inizi del XX secolo, la presenza della Vergine Madre è divenuta ancora più vasta e diffusa e la sua voce più forte e incisiva per risvegliare il cuore dei figli e risanarli, purificarli, elevarli: rendendoli più forti e coraggiosi contro l’assalto del “principe di questo mondo”.

Dal 13 maggio al 13 ottobre 1917, a Fatima, si realizzano sei Apparizioni decisive per la vicenda umana, civile, culturale, politica e religiosa del mondo: la Madonna ai tre fanciulli rivela la condizione drammatica dell’umanità e indica il percorso della conversione, della purificazione come via certa per la salvezza. La Signora, tutta vestita di bianco, più splendente del sole, chiede a Lucia, Francesco  e Giacinta di “sopportare tutte le sofferenze inviate da Dio come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccati; di recitare il Rosario tutti i giorni per la pace e la fine della guerra; di stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato e oltraggiato  dai peccati dell’Umanità”.

Conversione e penitenza come strada per ritrovare la via di Dio, per ritrovare la via della pace, dell’amore, della serenità. Nell’ ultima apparizione Nostra Signora con sollecitudine materna chiede di non offendere più Dio nostro Signore: “Bisogna che gli uomini si emendino, che chiedano perdono dei loro peccati”. E, assumendo un aspetto ancora più triste: “Non offendano più Dio nostro Signore che è già molto offeso”. Chiediamoci: la condizione spirituale del mondo è migliorata da allora?

Sono del Cielo disse la Vergine Maria ai tre bambini, il Cielo solo il Cielo è il fine della nostra esistenza. Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà, ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Per questo, in ogni tempo e in ogni luogo, egli è vicino all'uomo. Lo chiama e lo aiuta a cercarlo, a conoscerlo e ad amarlo con tutte le forze. (Catechismo della Chiesa Cattolica, CCC,1). Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, purificati da ogni ombra di peccato, entrano nel Cielo dove sono per sempre simili a Dio, perché Lo vedono così come Egli è (1Gv 3,2), faccia a faccia (cfr. 1Co 13,12). Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (Mt 5,8).

"Il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione, facendo appello all'umanità affinché non stia al gioco del drago, il quale con la coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra (Ap 12,4).  L'ultima meta dell'uomo è il Cielo, sua vera casa dove il Padre celeste, nel suo amore misericordioso, è in attesa di tutti. Dio vuole che nessuno si perda; per questo, duemila anni fa, ha inviato sulla terra suo Figlio a cercare e salvare quel che era perduto (Lc 19,10). Egli ci ha salvati con la sua morte sulla Croce. Nessuno renda vana quella Croce! Gesù è morto è risorto per essere il primogenito di molti fratelli (Rm 8,29). Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine Maria è venuta qui, a Fatima, per chiedere agli uomini di «non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso». È il dolore di mamma che l'obbliga a parlare; è in palio la sorte dei suoi figli. Per questo Ella chiede ai pastorelli: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell'Inferno perché non c'è chi preghi e si sacrifichi per loro» (13 maggio 2000). San Giovanni Paolo II

E’ attraverso il Cuore Immacolato di Maria che il Buon Dio vuole concederci le sue grazie; è a questo Cuore Immacolato che bisogna chiederle. “Il Cuore di Gesù vuole che il Cuore Immacolato di Maria sia venerato insieme con il suo”. L’allora cardinal Ratzinger disse nella presentazione al testo “Il messaggio di Fatima” con cui si pubblicava il testo integrale del segreto, scrisse che “Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne» oltre che affermare come «il messaggio di Fatima, con l’accorato appello alla conversione e alla penitenza, sospinge in realtà al cuore del Vangelo”.

Il mio Cuore Immacolato trionferà!  E questo per ricordarci che l’ultima parola non sarà del male: “L’ultima parola è quella di Cristo e della sua vicinanza e condivisione, se é Lui a dare senso a ciò che accade, è Lui che realizza, dentro gli abissi della storia, la profezia pronunciata nei Vangeli: "le porte degli inferi non prevarranno". Benedetto XVI

PREGHIAMO PER LA PACE!

Ore 21,00  Narrazione dell'Apparizione
Ore 21,15 Processione mariana con i flambeaux - per le vie del Borgo di San Vittorino
Segue santa Messa

 

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"Un popolo in cammino che prega, canta, si rivolge a Maria Santissima, ognuno con le sue attese che porta nel cuore perché le presenti a suo Figlio Gesù.Parlando di processioni, non possiamo fare a meno di pensare al cammino verso la salvezza promessa  da Dio proprio al popolo d’Israele."

Ore 16,45 Adorazione Eucaristica
Ore 17,30 Santa Messa
Ore 18,15 Processione mariana

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Dal Vangelo di Matteo (Mt 20, 1-16)

Commento al Vangelo del 24 settembre 2023 (XXV domenica del Tempo Ordinario - Anno A)  

"Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore quanto il cielo sovrasta la  terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri." (Isaia 55,9)

La giustizia di Dio non è come la nostra e nessuno può pretendere diritti di fronte a lui.
Nel messaggio di Gesù il termine giustizia non indica tanto la giustizia sociale, significato preponderante nella tradizione profetica. La parola giustizia si trova due volte nelle beatitudini di Matteo, "beati gli affamati e gli assetati di giustizia" (Mt 10,6) e "beati i perseguitati a causa della giustizia" (Mt 10,10).
Giustizia in questo caso vuol dire: fare la volontà di Dio. Essere giusto di fronte a Dio indica fare la sua volontà ed osservare la Sua Legge. Dio ci ha resi partecipi del suo Amore, dono immenso; lavorare nella sua vigna è un grande dono. 
Stare in Lui è essere noi stessi, e nella misura in cui rimaniamo in quell'amore saremmo in grado di accogliere l'altro, l'ultimo con generosità e senza invidia.
È primo colui che rimane nell'amore di Dio e sente gioia nel vedere i fratelli che vivono, che crescono.
L' invidia è un vizio che appartiene un po' a tutti, e che  purtroppo sorge anche negli ambienti di fede. In quei contesti in cui si dovrebbe collaborare per lo stesso progetto e dove si è legati da vincoli di gratuità, di fraternità e di affetto.  Purtroppo spesso non è così. Ci si trova in disaccordo, riducendo così il bene ad una  gara per dimostrare  chi ha maggiore dedizione alla propagazione del Regno di Dio. 
Quanta competizione dunque  all'interno delle nostre comunità. L’invidia, offusca l’intelligenza e la sensibilità, essa è il contrario dello sguardo di Dio: l’invidioso desidera il fallimento dell’impegno dell’altro e non gioisce del suo bene, nel suo cuore spera che fallisca per far si che il proprio  ego, le proprie qualità umane emergano. E  quanta insofferenza di fronte allo sforzo altrui!
Ma il Signore no, non ha il nostro sguardo cattivo,  Egli guarda ogni creatura con amore, è misericordioso e buono verso tutti e non si stanca di chiamare ciascuno a lavorare per il Regno. Impariamo allora a gioire della salvezza del fratello ritornando a  Lui con tutto il cuore purificato da ogni ombra di male. 

A Fatima la Vergine Maria ci richiama proprio alla responsabilità che abbiamo di fronte ai nostri fratelli: "Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono all’inferno perché nessuno prega e si sacrifica per loro". 

Alla fine della vita Dio ci chiederà come chiese a Caino: "Dov'è tuo fratello?" La nostra risposta non sia come la sua: "Sono forse il custode di mio fratello?" Ma: "Signore mio fratello è quì!"

Calendario

29 OTTOBRE 2023  - Primo incontro
26 NOVEMBRE 2023
28 GENNAIO 2024
17 MARZO 2024
19 MAGGIO 2024

Gli incontri si terranno presso il Santuario N.S. di Fatima - San Vittorino - guidati da Padre Armando Santoro omv e sr Mary Kowalska omvf

La tematica del ritiro sarà sul Vangelo di Marco

Ore 9,00 Accoglienza
Ore 10,15 Conferenza
Ore 13,00 Pranzo al sacco
Ore 14,30 Santo rosario
Ore 15,30 Condivisione
Ore 16,30 Assemblea conclusiva

La statua di San Michele Arcangelo e la reliquia della grotta del Gargano saranno al Santuario il 29 e 30 Settembre

Ore 8,30 - 10,00 - 18,00 Santa Messa
Ore 17,30 Recita del rosario

San Michele Arcangelo, difendici nella lotta:
sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio.
Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu,
Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio,
incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen. 

 

Santuario di monte sant'Angelo - Grotta di San Michele Arcangelo

Una storia antica, non solo spirituale ma anche architettonica, che trasuda da quella grotta calcarea così mistica e singolare in cui l’arcangelo Michele apparve verso la fine del V secolo per ben tre volte all’allora vescovo di Siponto, san Lorenzo da Costantinopoli, impegnato a estirpare il culto pagano e aprire così le porte ai cristiani. Secondo i racconti e i testi antichi, san Michele affidò al vescovo il suo messaggio: «Io sarò il vigile custode di questa grotta, in essa verranno perdonati i peccati degli uomini». Una quarta apparizione avvenne nel 1656 quando l’arcangelo salvò la città dalla peste.
All’immensa caverna si arrivava in salita dalla valle attraverso un porticato e una galleria che sbucavano nella irregolare e profonda spelonca. Nel VII secolo furono i Longobardi, che avevano occupato i territori del Gargano, a realizzare alcuni lavori di ristrutturazione e ampliamento della “basilica celeste” (in quanto non consacrata dagli uomini ma dallo stesso arcangelo) che diventò un punto di riferimento per moltissimi fedeli provenienti anche dalle regioni più settentrionali d’Europa, come dimostrano le diverse iscrizioni incise sui muri delle cripte. Le strutture di epoca longobarda fungevano da entrata alla grotta sacra (almeno fino al XIII secolo) e si sviluppavano per circa 60 metri fin sotto il pavimento dell’attuale basilica, peraltro ben visibili all’interno del museo lapidario dove si notano chiaramente la scala “dritta” e quella “tortuosa”.
Intorno alla grotta, in tanti secoli di storia, si è formato e trasformato più volte l’intero complesso del santuario che nel 2011 è stato riconosciuto Patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco. Le strutture che attualmente conducono il pellegrino alla sacra grotta sono opera degli Angioini che nel XIII secolo, con imponenti opere, crearono un vero e proprio monumento costruendo il portale d’ingresso, la scalinata con i suoi caratteristici 86 gradini distribuiti in cinque rampe, la grande navata, il campanile. L’atrio e la facciata d’ingresso superiore sono stati realizzati nel XIX secolo.

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