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24 luglio 2022 - Ieri, l'ultimo giorno di Capitolo, è iniziato con una nota di gioia. Sono state condivise lettere di congratulazioni al nuovo Rettor Maggiore e al suo Consiglio, una delle quali scritta a mano da Papa Francesco!  Come sappiamo, il Papa è amico di Luis da molti anni. E ora, questo Capitolo generale dell'OMV, ricco di eventi e un po' surreale, si è concluso. Le commissioni hanno presentato le loro relazioni, sono stati discussi gli ultimi punti e si è celebrata la Messa di chiusura. Coloro che hanno ricevuto il CoVid stanno lentamente uscendo dall'isolamento, le valigie sono state preparate e gli addii sono stati condivisi. Nei giorni e nelle settimane a venire, sapremo di più su ciò che hanno deciso i Padri Capitolari. Conosceremo anche i piani e le speranze del nostro nuovo Governo generale.

Sono state due settimane ricche di eventi e memorabili. Spero che abbiate apprezzato questi resoconti giornalieri. Dio vi benedica!  

Nota – questo articolo e gli altri articoli precedenti sono archiviati su Oblati nel Mondo

("Notizie")

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Il 27 Capitolo Generale riunito a Parigi - Francia ha eletto il nuovo Rettor Maggiore nella persona di P. Luis Costantino.

Argentino nato il 6 Ottobre 1969 è oblato di Maria Vergine dal 22 febbraio 1991 e sacerdote dal 23 Marzo 1996.

Auguri al nuovo rettore assicurando preghiere per la fruttuosita' del suo nuovo incarico.

Maria santissima e p. Pio Bruno Lanteri  intercedano per la Congregazione la proteggano e la custodiscano sempre. 

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Seduto sui massi di pietra

in mezzo alle case distrutte,

un bimbo ora guarda la madre

falciata dal fuoco radente.

Le bombe han distrutto le case
della gente che urla e che piange,
lui è solo, inchiodato nel fango,
e negli occhi ha un cupo terrore.
Ogni sasso macchiato di sangue
reca un nome di chi non c'è più
il piccino non piange, ma trema,
carezza do la mano a lui cara.
Lui è solo in un mondo crudele
dove il gioco gli è stato strappato,
guarda i corpi di gente caduta
e non sa come muovere i passi.
Le saette che rigano il cielo
sono fischi di bombe e di spari
la guerra non vuole fermarsi
per far respirare chi soffre.
Questa lotta non teme rivali,
si uccide avanzo pian piano
e lasciandosi dietro le spalle
Tanti sogni distrutti per sempre.
La strada è assai lunga per lui
non avendo un appoggio sicuro
il piccino alza gli occhi al cielo
recitando una nuova preghiera.
Sai Gesù, non ho più la mia mamma
lei è andata a chiamare il papà,
e mi ha detto: vai avanti da solo
Questa guerra vedrai finirà.
Dimmi Tu, io non so dove andare
non conosco le strade e la gente,
Vedo solo macerie fumanti e
palazzi ridotti in frantumi.
Piange adesso il bambino sperduto
copre gli occhi con dita tremanti
ora si che vorrebbe un aiuto
Per cercare di andare più avanti.
È tu Dio che vedi e che senti,
e sai bene che l'uomo è vigliacco
dona aiuto ai bambini innocenti
che il regime ha rinchiuso in un sacco.
Rita Golino

13 luglio 1917

Persone presenti: tra 4000 e 5000 o tra 2000 e 3000

«- Cosa vuole da me? - domandai.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei vi potrà aiutare.
- Vorrei chiederLe di dirci Chi è; di fare un miracolo perché credano tutti che Lei ci appare.
- Continuate a venir qui tutti i mesi. A ottobre dirò Chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere.
[- Ho qui una richiesta; se Lei converte una donna di Pedrogão e una di Fatima e se fa star meglio un bambino della Moita.
Disse che le avrebbe convertite e che il bambino sarebbe migliorato entro un anno].
- Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: “O Gesù, è per amor Vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.
Dicendo queste ultime parole, aprì di nuovo le mani, come nei due mesi precedenti.
Sembrò che il riflesso penetrasse la terra e vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero brace trasparenti e nere, o bronzee, in forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportate dalle fiamme che uscivano da loro stesse, insieme a nuvole di fumo che cadevano da ogni parte, uguali al cadere delle scintille nei grandi (incendi), senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremar di paura. (Dev’essere stato dinanzi a questa visione che lasciai scappare quell’«ai!», che dicono di avermi sentito dire). I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi. Spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza:
– Avete visto l’Inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede.    
{Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”. E vedemmo in una luce immensa che è Dio qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti un Vescovo vestito di Bianco; abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio}.
Questo non ditelo a nessuno. A Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario, dopo ogni mistero dite: “O Gesù mio! Perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle che ne hanno più bisogno”.
Seguì un momento di silenzio, poi domandai:
– Non vuol più niente da me?      
– No. Per oggi non voglio più niente da te.»

Memorie di Suor Lucia, pp. 172-174 (IV Memoria); la sezione entro le parentesi quadre fa parte dell’interrogatorio del parroco, del 14 luglio1917, in Documentação Crítica de Fátima. I, pp 13-15; la sezione entro le parentesi graffe costituisce la famosa terza parte del segreto di Fatima (Memorie di Suor Lucia, p. 209).

Ore 21,00  - Narrativa della terza apparizione - processione mariana con i flambeaux segue santa Messa

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DOMENICA 3 LUGLIO XIV DEL TEMPO ORDINARIO  

Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12 .17-20 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». 

Illuminati dal Cielo di Fatima.. 

“IL CIELO! IL CIELO!” 

In quel momento Lucia ebbe una nuova visione interiore: «Sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii: – la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’asse terrestre; – e questa sussulta: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; – il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso; – l’odio, l’ambizione provocano la guerra distruttrice!; – quindi nel palpito accelerato del cuore e nel mio spirito udii risuonare una voce soave che diceva: “Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, santa, cattolica, apostolica. Nell’eternità, il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì la mia anima di pace e felicità, a tal punto che, quasi senza rendermene conto, continuai a ripetere a lungo: “Il Cielo! Il Cielo!”. Non appena passò quella soverchiante forza soprannaturale, mi misi a scrivere e lo feci senza difficoltà, il giorno 3 gennaio 1944, in ginocchio, appoggiata sul letto che mi servì da tavolo» (Carmelo di Coimbra, Un cammino sotto lo sguardo di Maria, Edizioni Ocd 2014, p. 290-293). 

Semi di contemplazione.. 

Il Vangelo di oggi ci ricorda che la testimonianza, cioè la missione del cristiano, incomincia dalla preghiera. «Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2). La messe rappresenta il regno di Dio, gli operai sono gli uomini che vi lavoreranno. Essi non ne sono i padroni, ma umili strumenti di cui il signore della messe si serve. Spetta a loro il compito di annunciare la buona novella del Regno, ma solo la grazia di Dio può toccare il cuore dell’uomo e muoverlo all’ascolto e alla fede. 

Qual è lo stile della missione cristiana? «Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi» (Lc 10,3). L’immagine, a pensarci, è terrificante; umanamente parlando potrebbe apparire addirittura irresponsabile. Gesù può osare chiedere questo ai suoi, cioè a noi, soltanto perché il Padre ha mandato Lui stesso come l’Agnello innocente ed inerme a consegnarsi liberamente all’immolazione di croce («grazie al sangue dell’Agnello» Ap 12,11). Quindi la missione dei primi settantadue discepoli, di cui ci parla il Vangelo, così come quella di ciascuno di noi oggi, sgorga dalla sovrabbondanza dell’amore di Cristo: l’unico, vero Inviato dal Padre è Lui. Il nostro essere inviati è solo una partecipazione alla sua missione. 

San Luca rivela un altro tratto caratteristico della missione cristiana – «e li inviò a due a due» (Lc 10, 1b). Essa mai è individualistica, è sempre comunitaria. Per il cristiano ciò che è personale è sempre comunitario, e viceversa. 

Qui si trova il significato profondo dell’Eucaristia che stiamo celebrando. Essa è la più elevata delle azioni che l’uomo possa compiere perché lo pone in rapporto diretto con l’evento che decide la storia e la inoltra nell’eterno: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Il martire, e più in generale il santo, è colui che a partire dalla celebrazione eucaristica imprime una forma eucaristica a tutta la propria vita. S.E. mons. Angelo Scola

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